E’ rientrato in forza alla Questura di Latina alla fine del 2012 dopo aver trascorso tre anni presso la Questura di Trapani come dirigente dell’ufficio immigrazione. Edoardo Menghi, dirigente squadra volanti di Latina nella sua esperienza siciliana oltre all’arricchimento professionale è stato protagonista involontario di una incresciosa vicenda per la quale è stato raggiunto da un decreto del capo della Polizia con cui gli è stata inflitta una sanzione disciplinare: un richiamo scritto.
E’ contro questo richiamo che il dirigente ha presentato e vinto il ricorso al Tribunale amministrativo regionale di Latina, ieri.
Il 28 aprile dello scorso anno, Menghi, ancora in servizio a Trapani, si trovava in congedo ordinario, senza obbligo di reperibilità, quando avrebbe ricevuto la telefonata dal Capo di Gabinetto della Questura di Trapani che gli annunciava lo sbarco di clandestini, previsto per la mattina seguente. Ad annunciargli quel fatto anche un sms e a seguire una telefonata del dirigente di Polizia amministrativa sociale e immigrazione che lo rassicurava circa la sua presenza qualora lo sbarco si fosse verificato. Rassicurazione resa anche al Vicario della Questura di Trapani.
Solo al rientro il dirigente è venuto a conoscenza dell’operazione interforze avviata dalla Procura di Bari.
Per quei fatti il 30 giugno del 2012 il vice questore Vicario della Questura di Trapani ha contestato al Menghi l’infrazione disciplinare, in quanto “nonostante avesse ricevuto un ordine non palesemente illegittimo con carattere di urgenza aveva contravvenuto…” ad una serie di disposizioni normative dimostrando “scarso spirito di collaborazione e di non aver operato con senso di responsabilità nella piena coscienza delle finalità e delle conseguenze delle proprie azioni…”.
Alla contestazione il funzionario ha fatto seguire le sue ragioni specificando che prima del suo allontanamento non aveva ricevuto dal Questore o da altri funzionari informazioni su imminenti sbarchi, né gli era stato chiesto di mantenere la reperibilità.
Il Capo della Polizia pur non disconoscendo le argomentazioni addotte dal Menghi ha ritenuto di infliggergli non la sospensione dal servizio, ma la più lieve sanzione disciplinare del richiamo scritto. E contro tale richiamo il dirigente della Volante di Latina ha presentato ricorso al Tar. E il giudice amministrativo ha ritenuto fondate le ragioni del funzionario del capoluogo pontino, in quanto “la qualificazione del comportamento tenuto non appare tale da potersi configurare una violazione del vincolo di subordinazione gerarchica né potersi qualificare il comportamento del dirigente come ‘scorretto e idoneo a sminuire il prestigio dell’autorità questorile’”.
Il Tar ha ritenuto che l’affermazione del ricorrente, non sconfessata dall’amministrazione, di non essere stato a conoscenza dell’operazione condotta dalla Procura di Bari, se non al suo ritorno; della possibilità concessa al funzionario di allontanarsi senza garantire la reperibilità e delle rassicurazioni del vice questore vicario di Trapani circa la sua presenza in caso di sbarco, fossero sufficienti a sostenere le ragioni del Menghi, ad accogliere quindi il ricorso e ad annullare il decreto di “richiamo scritto”. SENTENZA TAR 1