GAETA, IPI-EGOCAR: SEI STABILIZZATI E SEI LICENZIATI. PROTESTA SOTTO IL COMUNE

*Un momento della manifestazione andata in scena sotto il Comune di Gaeta*
*Un momento della manifestazione andata in scena sotto il Comune di Gaeta*

Dopo più di un decennio di precariato perdono il posto di lavoro. E’ accaduto a 6 dipendenti fino a qualche giorno fa in organico alla Ipi-Egocar, la ditta che da qualche mese sta gestendo il servizio di raccolta dei rifiuti a Gaeta. E che ora è in procinto organizzare il servizio sperimentale di raccolta dei rifiuti porta a porta nella zona di Corso Italia. Un supplemento di lavoro quindi che avrebbe necessitato di ulteriore forza lavoro. Invece non solo non è avvenuto il potenziamento ma addirittura sono stati sollevati dal posto di lavoro in sei dei dodici precari storici che secondo legge transitano di azienda in azienda ad ogni nuovo affidamento in materia di gestione dei rifiuti. Altri sei sono stati stabilizzati. Ed è stato proprio questo discrimine a mandarli su tutte le furie. Non riescono a capire le ragioni sulla base delle quali si sono scelti sei da stabilizzare e sei da licenziare.


Per questo motivo è andata in scena la protesta, piuttosto pacifica, sotto le porte del palazzo municipale in piazza XIX maggio a Gaeta. Una protesta fatta per lo più di esposizione di striscioni con eloquenti frasi di dissenso per ciò che sta accadendo: “Dieci anni di precariato – 6 sì e 6 no – vergogna”, “Difendiamo il nostro posto di lavoro” e “Stanno mettendo le famiglie sulla strada” le frasi che campeggiavano sugli enormi manifesti. E non è certamente un caso se la protesta è andata in scena sotto la casa comunale. Come in altre realtà lavorative in crisi, dove si è scelto di manifestare contro la proprietà nel contesto di lavoro, anche nel caso di questi sei precari sarebbe dovuta avvenire la stessa cosa, eppure i sei operai danno una diversa interpretazione delle responsabilità che hanno portato al loro licenziamento: “E’ una azienda con la quale si può lavorare bene – afferma uno dei sei manifestanti – anche in previsione del porta a porta. Crediamo infatti che non sia stata l’azienda a licenziarci ma il sindaco perchè decide tutto lui”.

“Noi non ce l’abbiamo coi nostri colleghi – ha rilanciato un altro precario licenziato – perchè capiamo il momento, ma vi invito a fare un giro per Gaeta e vedere la tanta immondizia che c’è nelle strade e poi sarebbe il caso di portare a far vedere il video al sindaco”.

“Dopo dieci anni di precariato – prosegue un terzo operaio – sei sono rimasti dentro, forse per raccomandazione, e noi stiamo qui. E il bello è che chi ha votato Mitrano sta fuori e chi non lo ha votato sta dentro. Anche io e la mia famiglia abbiamo votato Mitrano pensando che le cose cambiassero ma invece sono peggiorate”.

“Sono dodici anni che faccio il precario – ha detto il quarto -, ho sempre lavorato facendo il servizio completo, anzi più del dovuto eppure oggi sono fuori>. <Il problema è lo stesso dei miei colleghi – ha affermato il quinto -, dopo sedici anni di precariato sono ancora in questa condizione”.

Infine il sesto e ultimo di questa oscura vicenda ha dichiarato: “Ci hanno messo fuori perchè hanno ritenuto che ci sono persone più valide di noi. Non ne voglio fare una strumentalizzazione politica ma ho quattro figli e pago 600 euro al mese solo di affitto”.