PRESIDIO OSPEDALIERO CENTRO, I TIMORI DI SEL:”SI SEGUE LA STRADA DELLA DEMOLIZIONE”

*L'ospedale Fiorini di Terracina*
*L’ospedale Fiorini di Terracina*

Continuano a rincorrersi voci a proposito della riorganizzazione del sistema ospedaliero della Provincia di Latina ed in particolare sul Presidio Centro, comprendente gli ospedali di Terracina e di Fondi.

Dalla pubblicazione della bozza di riordino proposta dalla ASL, che tanta apprensione sta suscitando in quanto suggerisce lo smembramento proprio del Presidio Centro, crediamo siano maturati i tempi per avere qualche certezza in più dalla nostra amministrazione regionale.


In questo clima caratterizzato da confusione e preoccupazione, noi del Circolo SEL Terracina vogliamo provare a dare il nostro contributo, con spirito propositivo e realistico, con la responsabilità e la consapevolezza di chi riconosce la difficile situazione finanziaria che sta mettendo a dura prova istituzioni e privati cittadini, ma che, nello stesso tempo ritiene che il diritto alla salute deve rimanere tra quelli fondamentali per un paese civile.

Il nostro territorio ha subìto negli ultimi anni, tagli indiscriminati su tutte le strutture sanitarie, ed ora si può ragionevolmente concludere che non c’è più nulla da tagliare.

La giunta Polverini ha letteralmente raso al suolo il sistema ospedaliero del nostro territorio cancellando definitivamente gli ospedali di Sezze, Priverno, Minturno e Gaeta.

Si è detto che tutto si è dovuto fare per esigenze di bilancio. E in effetti il bilancio è tornato in ordine. Attualmente la ASL di Latina può vantare un attivo di circa 2 milioni di euro.

Onestamente, si deve anche dire con chiarezza che questo equilibrio finanziario è stato ristabilito con il sacrificio consumato sulla pelle delle persone, e il termine sacrificio, in questo caso, è da intendersi nel significato di vittime sacrificali, perché l’effetto drammatico dello smantellamento e della precarizzazione di tutto il sistema è stato l’aumento dei morti.

Tuttora, l’assenza di strutture adeguate anche nei presidi ospedalieri rimasti, costringe molto spesso a trasferire pazienti bisognosi di interventi urgenti, presso centri più attrezzati in grado di salvare loro la vita. Ma il più delle volte, per la notevole distanza, non si riesce a raggiungerli in tempo.

È una realtà allucinante che mai emerge nei vari dibattiti pubblici ma che esiste.

Questo è il prezzo che stiamo ancora pagando. La Provincia di Latina ed in particolare il sud pontino ha già dato troppo. Continuiamo tutt’oggi a subire gli effetti di scelte politiche e amministrative scellerate e non possiamo più tollerare che si infierisca ancora con decisioni che compromettano l’esistenza dei nostri presidi alla salute.

L’ospedale di Terracina e quello di Fondi, inquadrati nel cosiddetto Presidio Centro, sono le uniche strutture rimaste in un territorio molto vasto, riferimenti obbligati per le persone che abitano la fascia costiera da Sperlonga a Sabaudia ed i paesi delle zone collinari da Lenola fino ai comuni del comprensorio dei Lepini. Un bacino che può raggiungere i 130.000 abitanti residenti che, col flusso turistico estivo, può superare le 200.000 persone.

È una fotografia della realtà che esclude qualsiasi tentativo di attribuirci atteggiamenti propagandistici a difesa del proprio orticello e che invece giustifica la necessità di un deciso cambio di direzione rispetto al passato e di un accurato programma di investimenti sulle strutture ospedaliere del nostro territorio.

Purtroppo dobbiamo puntualizzare che dalla bozza di riordino partorita dalla ASL di Latina, non emerge l’intenzione di andare verso questa direzione. Anzi, temiamo che si stia perseguendo la strada della demolizione.

Abbiamo atteso una qualche presa di posizione da parte dell’amministrazione regionale, ma nulla. Il silenzio su tutta questa vicenda è diventato sempre più motivo di forte preoccupazione.

Qualche dato: 130.000 abitanti con circa 500 posti letto totali tra Terracina e Fondi risulta una media di 3,8 posti letto ogni mille abitanti, in perfetta linea con la media nazionale. Il grosso problema è che per tutta l’estate la media scende verso i 2 posti letto per 1000 abitanti, un dato non proprio da paese civile.

Inoltre, la presenza di alcune strutture e di parte del personale è legata all’Università, cioè a quella convenzione che prevede dei finanziamenti diretti alla struttura universitaria all’interno dell’ospedale. Se in futuro sarà deciso che per qualsivoglia motivo la convenzione dovrà essere sciolta , noi perderemo anche i posti letto della struttura universitaria e tutto il personale legato ad essa.

Da dove ricominciare?

Sicuramente non dalla bozza della ASL.

Quel documento prevede lo smembramento del Presidio Centro e una riorganizzazione che facilmente lascia intravedere il lento ridimensionamento dell’ospedale di Terracina e quello di Fondi fino all’estinzione.

Se consideriamo la soluzione prospettata per Terracina, quello che si intende fare è un accorpamento con l’ICOT di Latina, cioè una struttura pubblica che andrà a dipendere in tutto e per tutto da una struttura privata. A quale scopo?

Non ci si venga a dire che le ragioni sono legate al fatto che il privato funziona meglio del pubblico perché, dopo gli infiniti scandali sulle cliniche private e i colossali fallimenti del San Raffaele di Milano e l’IDI di Roma, per i quali tutti noi contribuenti stiamo pagando fior di quattrini per ripianarne i debiti, il mito della sanità privata super efficiente è tramontato definitivamente.

Quale deve essere allora il primo passo?

Sicuramente il rinnovamento totale della classe dirigente della ASL.

La nuova amministrazione sanitaria della nostra provincia dovrà fare assolutamente a meno di tutte quelle persone che negli ultimi anni, insieme ai vecchi vertici regionali, hanno determinato il disastro che è sotto gli occhi di tutti.

Abbiamo bisogno di nuovi dirigenti sanitari sganciati dalla politica, onesti e capaci di organizzare ospedali e case della salute, non di gente che si preoccupa solamente di moltiplicare poltrone dirigenziali per sistemare amici, parenti, politici e parenti dei politici.

Buoni dirigenti capirebbero che l’ospedale di Terracina e di Fondi sono strutture su cui bisogna investire.

Qualche esempio: a Terracina deve essere istituito in tempi brevi un reparto di medicina d’urgenza perché a causa di questa mancanza le persone muoiono. E pensare che sulla carta il reparto di medicina d’urgenza già c’è. Ma sta lì, appunto, sulla carta.

Occorre potenziare e rendere meno precaria tutta l’organizzazione del Pronto Soccorso con annesso reparto di osservazione breve.

Si deve riorganizzare il laboratorio analisi con attrezzature e personale che siano finalmente in grado di fornire un servizio efficiente 24 ore su 24.

E per il progetto complessivo ci rimettiamo alle 17 proposte indicate nell’Ordine del Giorno approvato all’unanimità dal Consiglio Comunale di Terracina il 9 novembre 2011.

Questi sono i primi passi per la ricostruzione che, ribadiamo e comprendiamo, sarà difficile e complessa, , ma inevitabile, finalizzata al raggiungimento di un solo obbiettivo: una struttura sanitaria, il Presidio Centro, efficiente e autonoma.

È il nostro primo contributo per la ricostruzione del mosaico sanitario della provincia. Un mosaico dove l’ospedale di Terracina e il Presidio Centro è divenuto negli ultimi anni un componente importantissimo per la vita sociale di queste zone. Un riferimento naturale nella geografia di un territorio rimasto sprovvisto di presidi alla salute.

Non chiediamo opere faraoniche ma il ripristino e la piena efficienza del pronto soccorso, dei laboratori e dei reparti esistenti, e un progetto lungimirante dove il contributo prezioso dell’Università trovi sempre più margini di integrazione.

Si consolidi la presenza universitaria affinché questa risorsa umana e di conoscenza si espanda e diventi opportunità di crescita culturale ed economica per la nostra città e per il nostro territorio.

Non chiediamo la luna. Vogliamo solo essere curati quando ci ammaliamo, senza essere costretti a fare troppi chilometri e senza rischiare di non arrivare in tempo.

Il Circolo di Sinistra Ecologia e Libertà di Terracina