Una lunga lettera di repliche rilasciate colpo su colpo alle molteplici accuse piovute addosso alla comunità religiosa Emmanuel 2000 che si coccola di gestire le attività sociali per i più bisognosi da diversi anni anche all’interno della villa confiscata alla camorra in località Acquatraversa a Formia.
Dapprima alcune componenti politiche e poi i genitori di alcuni ragazzi disabili hanno puntato il dito contro don Vittorio e la sua comunità, rei secondo i contestatori, di non aver alcun interesse verso i ragazzi più bisognosi nei confronti dei quali alcuna attività era stata predisposta nella comunità.
Dettagliata come detto la nota, i cui contenuto sono integralmente riportati di seguito.

”Nel corso degli ultimi tre mesi sono apparsi più volte articoli sulla stampa e nei social network e dichiarazioni attraverso la televisione locale, che si riferiscono alla gestione della struttura situata in località Acquatraversa ed affidata all’Associazione Emmanuel Duemila Onlus di Formia, espressione diretta della Comunità Emmanuel – Fraternità dell’Incarnazione. Dinanzi ad una vera e propria campagna denigratoria in cui si fa riferimento ad unouso indebito e scorretto del bene assegnato, desideriamo far sentire la nostra voce sull’operato dell’Associazione e sull’effettivo utilizzo della struttura, sottolineando fin dall’inizio che l’uso sociale e senza fini di lucro è stato ed è costantemente perseguito dalla nostra Associazione e dai suoi membri, che mai hanno disatteso o aggirato questa destinazione sociale.
La prima considerazione riguarda la presenza delle persone diversamente abili, che già condividevano il cammino associativofin da quando essa operava nella parrocchia Madonna del Carmine e da subito sono state coinvolte nella struttura denominata Casa Giovanni Paolo II. In questo modo esse hanno l’opportunità disviluppare le proprie capacità accrescendo la vita di relazione. Per loro e con loro sono state avviate diverse attività di laboratorio: laboratorio artistico per il progetto “Compagnia La Forza della Vita”; laboratori di attività manuali attraverso la pittura, il decoupage, la realizzazione di monili, insieme alla cura del giardino e dell’orto; attività ludiche per una maggiore aggregazione. Con il rilascio dell’autorizzazione comunale, le attività del Centro diurno sisono meglio articolate ed oggi coinvolgono complessivamente quindici persone diversamente abili, con diverse patologie e difficoltà, da quelle motorie e di ritardo mentale al disagio relazionale e difficoltà di inserimento sociale. Le attività si svolgono con prevalenza nelle ore pomeridiane, assicurate dalla presenza dei membri dell’Associazione e da professionisti non solo locali tutti volontari, secondo un calendario settimanale suddiviso per fasce di partecipazione. Il tutto come descritto nel progetto approvato dal Comune di Formia.
Nella Casa Giovanni Paolo II trovano spazio anche altreattività: essa infatti è luogo di formazione per i giovani attraverso il progetto “Università della speranza” ed anche sede di incontri a carattere culturale su temi sociali e di accoglienza della vita. Una dimensione importante è quella della promozione di una cultura della legalità, per valorizzare la natura “propria” del bene confiscato alla criminalità. Solo nel corso del 2012, tanto per citare qualche esempio, l’Associazione ha realizzato incontri pubblici sulla legalità in collaborazione con l’Associazione Amici di don Peppino di Casal di Principe e con don Luigi Merola della Fondazione “‘A voce d’è creature” di Napoli. Nel 2010 l’Associazione ha promosso unimportante convegno sui beni confiscati, in collaborazione diretta con la Regione Lazio e l’Associazione Libera. Questa pluralità di attività è stata regolarmente portata a conoscenza del Comune con l’invio di relazioni annuali. Come è possibile, allora, affermare che la Comunità Emmanuel non ha messo in campo alcuna attività per scopi sociali, utilizzando invece il bene per finalità “poco chiare”?
Tra l’altro c’è da evidenziare che l’Associazione, per le attivitàche si svolgono all’interno della Casa Giovanni Paolo II, non riceve alcun contributo e finanziamento pubblico, nè locale nè regionale nè statale, ma vi provvede con contributi e offerte di amici e sostenitori sparsi in Italia. Lo stesso dicasi per tutte le utenze e le spese accessorie di gestione della struttura, per le quali mai essa ha fatto richiesta di contributi e/o rimborsi di qualsiasi genere. La presenza e le attività nella Casa vengono assicurate dai membri della ComunitàEmmanuel e dai volontari dell’Associazione a titolo del tutto gratuito.

Una parola chiara va detta anche sullo stato di conservazione dell’immobile, che viene addirittura descritto, del tutto falsamente,in stato di degrado e di abbandono. L’Associazione si è fatta carico della progettazione e esecuzione di opere di ristrutturazione emigliorie sia interne che esterne, realizzate grazie a finanziamenti regionali tutti regolarmente rendicontati e con opere eseguite a regola d’arte. Come è possibile asserire falsamente che vengono erogati finanziamenti non dovuti e gestiti in maniera poco chiara? E come si può affermare che si usufruisce di finanziamenti non dovuti, quando i contributi vengono erogati con regolari deliberazioni di giunta regionale, in virtù della specifica legge n. 575/65 e della legge regionale n. 24/09 in materia di beni confiscati? Non solo quindi la struttura non è abbandonata, priva di manutenzione e lasciata all’incuria, ma viene costantemente manutentata e curata con ogni dovizia, costituendo un ambiente gradevole e accogliente.Vogliamo ricordare qui che le immagini riportate nei vari articoli sono vecchie fotografie della struttura prima dei lavori di ristrutturazione realizzati.
La Casa Giovanni Paolo II quindi, ben lungi da essere un mausoleo dimenticato e inutilizzato, in stato di abbandono e di degrado, è e vuole divenire sempre più una realtà viva dove ogni giorno si “costruisce” il bene: veramente un “bene” per il bene!Resta prioritario e qualificante l’obiettivo di diffondere una nuova mentalità di accoglienza per la quale la Casa Giovanni Paolo II non è vissuta solo come un luogo di erogazione di servizi alle persone deboli e fragili, ma anche come una opportunità di aggregazione e di crescita a livello sociale, civile e spirituale”.
Don Vittorio Valerio
e tutti i membri dell’Associazione Emmanuel Duemila Onlus di Formia