Quarantadue posti di lavoro rischiano di saltare a causa dello scontro tra Soes e Comune di Gaeta. Un ultimatum che scade a fine mese di ottobre come la società che gestisce parcheggi e verbali in città ha scritto nella lettera indirizzata alle più alte cariche amministrative di Gaeta. Lettera arrivata pochi giorni dopo un incontro, al quale, oltre alla ditta di servizi, hanno partecipato anche le tre sigle sindacali Cgil, Cisl e Uil e il vicesindaco Cristian Leccese. Un nulla di fatto.
Chiare le ragioni: la Soes a Gaeta, ci sta rimettendo circa mezzo milione di euro a causa del crollo degli introiti derivanti dal pagamento dei verbali. Sarà per la crisi economica, per un flusso turistico meno denso o una dubbia maggiore educazione stradale, sta di fatto che in ragione di tali perdite la Soes sta chiedendo già da diverse settimane la rimodulazione del contratto. Dichiarando, direttamente con le parole dell’amministratore delegato Tommaso Stazio, la disponibilità della società persino a rinunciare agli utili pur di salvare i 42 posti di lavoro, senza però che questo significhi rimetterci circa 500mila euro come se l’attività di un privato e quindi il rischio d’impresa dovesse sostituire un servizio pubblico.
Una lunga serie di irregolarità contestate dalla società al Comune, dalla mancata sottoscrizione di un contratto a seguito della vittoria della gara al mancato mandato per effettuare gli altri servizi previsti dal bando oltre alle strisce blu e alla lavorazione verbali. Si contesta l’inadempienza per la mancata sottoscrizione del contratto, un danno di circa 90mila euro per servizi non attivati, una quantità di verbali del 50 percento inferiore alla quota prevista dal bando, 30mila annui anziché 60mila, inadempienze sulle corresponsioni dei rimborsi nella spedizione verbali, un debito non ancora saldato di circa 70mila euro risalente al 2007. Insomma una lunga lista di infrazioni che solo per “senso civico”, così afferma la Soes, non hanno impedito il regolare svolgimento dei servizi. Almeno fino a oggi quando, però, la situazione di perdite e inadempienze è diventate insostenibile e anche alla luce di incontri con l’amministrazione rivelatisi “infruttiferi”.
Una data perciò “perentoria e improcrastinabile” quella del 31 ottobre prossimo, affermano nella missiva, per far si che l’amministrazione comunale “adotti tutti gli accorgimenti e provvedimenti ritenuti opportuni ad eliminare le criticità esposte”. Se la ditta e il Comune non dovessero trovare l’accordo, la ditta preannuncia “lo scioglimento da ogni impegno a far data dal giorno successivo l’inutile decorso del citato termine”. Con una evidente disastrosa conseguenza per 42 posti di lavoro.