SANITA’ A FONDI, MANIFESTAZIONI DI SOLIDARIETA’ ALL’ESPONENTE DELLA RSA ADDESSI

*Ospedale "San Giovanni di Dio" di Fondi*
*Ospedale “San Giovanni di Dio” di Fondi*

“Respingiamo qualsiasi forma di censura a carico di Franco Addessi, da lustri in prima linea per sostenere le battaglie nel settore della sanità a Fondi ”.

Alla sconfessione, avvenuta giorni fa da Cristina Compagno, segretario provinciale CgilFP, secondo la quale Addessi esprimeva giudizi che rappresentavano il solo suo pensiero, quello del RSA, Rappresentante Sindacale di Azienda, c’è stata una indignata levata di scudi da parte del “Comitato degli iscritti alla CGILfp, Area Medica e di Comparto oltre che di simpatizzanti e delegati RSA ed RSU-CGIL, in merito alle vicende registratesi presso l ‘Ospedale di Fondi. Costoro – si legge nella missiva indirizzati ai vertici provinciali e regionali del sindacato – ‘esprimono la piena solidarietà e l’appoggio al R.S.A di presidio Franco Addessi e si dissociano dalla dichiarazione riportata su organi di stampa del 09 Ottobre scorso a firma del segretario generale della CGILFp di latina Cristina Compagno ”.


Seguono una interminabile serie di firme, che vanno dal personale medico dirigente di reparto, ai loro colleghi costituenti le equipe operative, agli addetti con incarichi paramedici per finire a semplici iscritti e simpatizzanti della CGIL. In effetti si è trattata di un contestazione bella e buona, portata avanti con metodi civilmente maturi ma con cui gli iscritti vogliono far capire di non essere disposti ad accettare il bavaglio che – secondo loro – la segreteria provinciale vorrebbe imporre a un rappresentante sindacale, peraltro membro del direttivo provinciale, che non ha fatto mai mancare la sua ferma protesta allorquando sono stati lesi gli interessi della categoria, sostenendo sempre tematiche inerenti l’ospedale di Fondi, da qualsiasi formazione politica si fosse trovata a gestire la sanità regionale. E a dargli ragione resta il commissariamento del settore da parte del governo che obbliga il governatore del Lazio ad avocare a sé l’incarico di commissario per la sanità, al fine di porre fine a scelte scellerate che si sono accumulate sulla pelle dei pazienti e sulle condizioni di lavoro dello striminzito e psicologicamente logoro personale dei morenti nosocomi della regione.