Non c’è solo la ricostruzione della cappella di san Francesco a mettere nella bufera l’amministrazione comunale di Gaeta. Dopo le chiare accuse dell’ex progettista della cappella nei confronti del sindaco, dell’assessore Vona e del dirigente Astarita, rei di essere riferimento di un centro di interessi e di potere, ora sono le tariffe cimiteriali a finire nell’occhio del ciclone.
Anche qui un escamotage, secondo il consigliere comunale Marina Costabile, per sopperire all’uscita della ditta consorziata Biesse salvo poi imporre le stesse tariffe. Insomma sembra emergere uno scenario affaristico sul business dei morti. “A Gaeta morire è diventato un lusso. Con la delibera di giunta numero 38 dell’8 febbraio scorso, l’amministrazione comunale ha stabilito le nuove tariffe per i servizi cimiteriali, che hanno subito un aumento che oscilla tra il 300 e il 500 percento rispetto a prima, fino a toccare il tetto del 1000 percento.
Una cosa è certa: Gaeta è il Comune d’Italia dove il trapasso a miglior vita costa più caro. L’inumazione di una salma, ad esempio, costa al cittadino 725 euro. Questa cifra deriva dal costo elevato delle fasi che concorrono all’operazione: trasporto della bara dall’ingresso del cimitero al luogo della sepoltura 180 euro, scavo della fossa e relativa copertura 300 euro, deposizione della bara nella fossa 165 euro, autorizzazione alla sepoltura 80 euro. Costo elevato anche per la tumulazione che varia a secondo se il loculo è vuoto o occupato e arriva in alcuni casi anche a 2mila euro.
Basta pensare che la semplice asportazione della lastra di marmo dal loculo, che è la fase della tumulazione che costa meno, ammonta a 65 euro. Il paradosso è che oggi i cittadini, per dare degna sepoltura ai propri cari, pagano al Comune le stesse tariffe applicate dai privati. Nonostante più volte in Consiglio comunale siano state stigmatizzate le esose tariffe cimiteriali, l’amministrazione continua a non tener conto della realtà attuale e del disagio economico che stanno vivendo le famiglie della nostra città.
Nonostante i cittadini si lamentano, vengono vessati con le tasse e salassati sul ‘caro estinto’. Infatti, se è già deplorevole l’ingiustificato aumento di tutti i tributi comunali, che ha messo una città praticamente in ginocchio, con intere fasce di popolazione che sta scendendo sotto la cosiddetta soglia di povertà, quanto sta accadendo al cimitero di via Garibaldi è dir poco raccapricciante. La denuncia dei giorni scorsi di un dipendente del Comune la dice lunga di come si voglia speculare economicamente sui morti. Alla luce degli attuali tariffari cimiteriali a cui si aggiungono i costi lievitati del 600 percento dei loculi e cellette – ossari previsti nella nuova cappella di San Francesco, non è difficile constatare con amarezza che, purtroppo, se a Gaeta la vita è cara, la morte lo è ancor di più”.