Non è stata la composizione delle commissioni consiliari il fatto istituzionale che ha provocato la spaccatura in pubblico del Pdl a Formia. O meglio quella è stata solo l’occasione per esternare il dissenso dei “senatori” del partito e far emergere la contrapposizione. La goccia che ha fatto traboccare il vaso dell’attesa, lunga anni, di chi voleva finalmente un ruolo diverso.
Perché infatti solo pochi giorni prima, precisamente il 23 settembre, è stato ufficializzato il nuovo coordinamento del partito a Formia. Forze nuove, giovani, Civita Di Russo, Antonio Candeloro e Paola Paone, di supporto ai rappresentanti in Consiglio, suddivise in dipartimenti come assessorati ombra composti da specialisti in materia, distretti a rappresentanza delle frazioni a Formia e movimenti giovanili, femminili e senior. Questo deve aver provocato la spaccatura. Un rinnovamento generazionale.
E infatti l’animata protesta di Salvatore Forte, presidente del consorzio di sviluppo industriale del sudpontino e consigliere comunale di minoranza a Formia, culminata con la roboante esclamazione “truffatori” rivolta ai propri consiglieri colleghi di avventura durante il Consiglio, è stata il segno evidente della rottura. Pensava di avere lo stesso potere di un tempo, e allora la composizione delle commissioni è diventata uno strumento per fargli capire come stanno le cose. Non perché ci sia particolare interesse a questo organismo.
Perché in realtà la rifondazione voluta dal leader del popolo delle libertà della Provincia di Latina Claudio Fazzone, votata al cambio generazionale e al rinnovamento, deve per forza di cose prevedere di occupare quegli spazi che vengono lasciati vuoti. Non abbandonati volontariamente ma, in qualche modo, qualsiasi modo, politicamente parlando si intende, lasciati vuoti. E allora non importa che ci sia già un accordo per occupare determinate commissioni consiliari in Comune, perché se la maggioranza del partito, all’insaputa dell’interessato, vota diversamente, così sarà.
In sostanza se fino alla passata legislatura Salvatore Forte poteva contare di far parte di ben quattro commissioni consiliari, tra le quali quelle più interessanti come l’urbanistica, oggi ad avere il diritto di veto e di voto sono quelli del nuovo che avanza. Come il consigliere Gianluca Taddeo che in forza del numero dei voti presi, primo nell’intero Consiglio comunale, fa la voce grossa. Così come accaduto in passato a Erasmo Picano, oggi capogruppo in Consiglio, contro il quale Forte si è scagliato, dopo aver atteso anche il suo di turno, e arrivato fino alla candidatura a sindaco nella passata tornata elettorale comunale.
Insomma la spinta arriva dall’alto, anche perché il partito vuole rinnovarsi, paradossalmente, tornando al vecchio: Forza Italia. E allora si parte dai livelli locali, dove bisogna rivoluzionare tutto. Ciò a discapito di chi aspetta da tempo il proprio momento e ora non ha più voce in capitolo. In questa fase di ricostruzione l’esclamazione di Forte, “truffatori”, certamente frutto di un impeto di disapprovazione, non deve essere però andata giù al deus ex machina Fazzone intento a ripulire la facciata del partito. Ha risolto tutto Forte con le dimissioni immediate dalle commissioni che gli erano state assegnate, lasciando quegli spazi liberi che qualcuno dovrà ora pur occupare.