IMPRENDITORI A PROCESSO PER CAMBIALI FALSE, UNA CONDANNA E DUE ASSOLTI

tribunale-latinaUna condanna e due assoluzioni, in parte nel merito e in parte per intervenuta prescrizione.

Si è concluso così, davanti al giudice del Tribunale di Latina, Stefano Nicolucci, il processo a tre imprenditori del capoluogo pontino, accusati di falso, per delle cambiali portate in banca su cui sarebbero state apposte firme e timbri fasulli di quattro ristoratori, uno di Latina e tre di Terracina. Sotto accusa G.M., 71 anni, P.M., 70 anni, difesi dall’avvocato Sandro Marcheselli, e R.A., 69 anni.


I fatti risalgono al 2004, quando i ristoratori vennero chiamati a dar conto di diverse cambiali, ognuna per circa 1.500 euro, emesse a favore di ditte gestite dagli imputati, che si occupavano di rifornire di merce le attività di ristorazione. I ristoratori presentarono delle denunce, specificando che non avevano mai emesso quelle cambiali, che qualcuno aveva falsificato la loro firma ed emesso al loro posto il timbro del loro locale. Alla fine delle indagini, il sostituto procuratore Marco Giancristofaro citò i tre a giudizio.

In aula, il pubblico ministero Alessio Sterzi ha chiesto per tutti gli imputati una condanna a otto mesi di reclusione, sostenendo che i testimoni ascoltati avevano consentito di appurare che i tre erano responsabili della cambiali false. Una tesi caldeggiata dalla parte civile, che ha chiesto i danni materiali e morali per il ristoratore di Latina da lei rappresentato. La difesa ha invece sostenuto che non sarebbe stata raggiunta alcuna prova, non essendo stata disposta una perizia grafologica sui documenti incriminati.

Il giudice Nicolucci, al termine della camera di consiglio, oggi pomeriggio ha infine deciso di condannare soltanto G.M., assolvendo gli altri due.