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“Mi convinco sempre di più che questo Schiavone è una merda di comandante”. Sono risuonate con addirittura maggiore dirompenza le parole del presidente del consiglio provinciale Michele Forte rispetto alle dichiarazioni del pentito di camorra ed ex capo indiscusso dei casalesi Carmine Schiavone al quale l’ex sindaco di Formia si è riferito nell’ultimo consiglio provinciale di giovedì scorso. Una seduta durante la quale la discussione sulle rivelazione del pentito Schiavone, relativamente allo sversamento di rifiuti tossici in territorio pontino e sudpontino, ha monopolizzato l’assise. Ma ad un certo punto Forte è sbottato riportando alla memoria le numerose occasioni pubbliche durante le quali il suo negazionismo, relativamente alla presenza della criminalità organizzata nella Provincia di Latina, ha scatenato anche recentemente feroci polemiche.
Dichiarazioni ancor più roboanti se a dirle è il sindaco uscente di Formia, presidente del consiglio provinciale, ex senatore della Repubblica e coordinatore provinciale e coofondatore dell’Udc. Insomma uno dei massimi rappresentanti istituzionali in territorio provinciale. E anche in questa occasione, contrariamente all’indignazione e alla preoccupazione che si sono sollevate unanimemente a margine delle rivelazioni shock del pentito, Michele Forte è andato controcorrente.
“Si è inventato tutto” ha infatti rilanciato il presidente della massima assise provinciale. E ancora: “Sembra un imbecille quando parla, dice delle cose che ti fanno pure rabbia. Un camorrista come lui se lo lasci in mezzo alla strada lo fanno a pezzetti. Oggi che si è messo con le spalle al sicuro cerca di inventarsi queste cose. Io lo pagherei di tasca mia per farlo venire a Latina – e chiedergli (ndr) – ‘tu quanto vuoi?’, per sentire da lui la storia di questi fusti. Perché è una cosa pazzesca, questo ci tiene col fiatone a farci impazzire perché oggi noi stiamo qui a parlare di cose quando sarebbe meglio parlare di come facciamo le liste, di chi mandiamo alla Camera, di chi mandiamo al Senato. Ci siamo stufati, diciamolo una buona volta”.
Insomma parole che assumono il contorno di una accusa a Schiavone, colpevole di non essere un buon comandante per il fatto di denunciare fatti a parere di Forte del tutto infondati. Perchè certe cose non si dovrebbero dire, anche se gli stessi fatti sono già noti da tempo nelle deposizioni che lo stesso Schiavone ha fornito negli anni addietro. Viene da chiedersi, a questo punto, per quale motivo solo oggi Michele Forte, nonostante i molteplici incarichi istituzionali ricoperti negli anni, abbia deciso di screditare le parole di un pentito, quando queste stesse parole sono risapute già da tempo all’interno di celebri inchieste. Perchè non abbia mai risposto allo stesso Presidente della Provincia che Michele Forte presiede, quell’Armando Cusani che dichiarò pubblicamente che Forte prendeva il caffè con esponenti della famiglia Bardellino.
“Invenzioni di preti e giornalisti”, gli spettri della presenza della criminalità organizzata a Formia secondo Forte, mentre se a dire certe cose è proprio un ex camorrista in questo caso è tutto inventato. Insomma risuona davvero stonata la posizione ufficiale della massima autorità istituzionale in un territorio dove rifiuti interrati sono già stati trovati in diverse zone. Perciò quando gli intrecci tra camorra e politica sono emersi in inchieste come Formia-Connection, o relativamente alla controversa posizione dell’ex consigliere comunale Totò Calvano e le sue amicizie, Michele Forte ha negato o taciuto mentre proprio a Formia era ancora un’autorità o addirittura il sindaco. Perchè il negazionismo o il silenzio nei confronti degli affari criminali si sono trasformati in accuse e offese violente come quelle di giovedì scorso e come se fossero cambiati i rapporti di forza?
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