GAETA, “GATTARI” IMPUTABILI DEL REATO DI MOLESTIA POSSESSORIA. LA SENTENZA DELLA CORTE D’APPELLO

GATTARO“Gattari” perseguibili per il reato di molestia possessoria. E’ la sentenza pronunciata dalla quarta sezione civile della Corte d’Appello di Roma che va a riformare completamente il pronunciamento di primo grado preso il tribunale di Latina per una vicenda che si è verificata a Gaeta.

Il giudizio capitolino ritiene che dare da mangiare ai randagi costituisca una “molestia possessoria” per i vicini di casa. Una attività che limita il libero possesso dell’immobile altrui.


Nel caso di specie il giudice collegiale ha accolto le rimostranze del vicino di un appassionato dei felini  il quale si trovava quotidianamente ad avere a che fare con ciotole piene di cibo vicino al suo terrazzo e gatti che riusciva a tenere fuori dal suo appartamento solo tenendo chiuse le finestre.

La questione è nata in un condominio di Gaeta. I magistrati nel secondo grado di giudizio hanno riesaminato una vicenda che il giudice del capoluogo pontino – in primo grado –  aveva chiuso dando ragione all’amante degli animali. Il collegio giudicante romano ha invece  ritenuto che seppure tale “attività sia animata da apprezzabile intenzione e comprensibile e condivisibile amore per gli animali” nella fattispecie configura una “molestia possessoria” perché la presenza degli animali all’interno del condominio limita gli altri condomini nel loro possesso sugli immobili, oltre a poter creare conseguenze legate all’eventuale presenza di escrementi, peli o quant’altro i gatti possono lasciare in giro.

Eppure il pronunciamento della Corte d’Appello seppure potrebbe definire la disputa tra i due condomini di Gaeta, salvo l’eventualità di presentare ricorso in Cassazione, non sembra essere destinata a chiudere una questione dalla quale si sentono coinvolti tutti gli amanti degli animali. Le varie associazioni animaliste – e non solo della cittadina di Gaeta – scenderanno in piazza per rivendicare il proprio diritto ad accudire animaletti abbandonati in strada e privi di ogni forma di sostentamento.