PREMIO NAZIONALE AUTORI EMERGENTI ALL' ''ITRANO'' GIOVANNI SINAPI

*Giovanni Sinapi*
*Giovanni Sinapi*

Si era presentato, nel 2012, a soli 17 anni, con la prima opera “Prima o poi vanno via”, che ha raccolto un successo superiore ad ogni più rosea aspettativa. Ora, un anno dopo, a Cervia, dove l’amore per il libro si sposa con la lungimirante politica dell’accoglienza turistica, è stato premiato quale migliore scrittore emergente.

Stiamo parlando di Giovanni Sinapi, 19 anni il prossimo 12 ottobre, vincitore del concorso letterario indetto dalla casa editrice Minerva, che nella collana “Scintille” pubblica le opere degli autori emergenti, e che suggella la cerimonia di attestazione del merito in tutte le categorie a Cervia, la spiaggia che ama il libro, sul palco del Lido del Grand Hotel, con Italo Cucci e Raul Casadei testimonials della solatìa Romagna.


Sinapi, nativo di Napoli, residente a Roma, ma dall’irrinunciabile impronta itrana (il paese del padre, Luigi, alto ufficiale della Marina Militare, del nonno, Giovanni, ingegnere e insegnante), è salito sul palco insieme ai vincitori di altre categorie: Leo Turrini con “Enzo Ferrari, un eroe italiano”; Antonella Boralevi “I baci di una notte”, Rizzoli editore; Catena Fiorello, autrice di “Dacci oggi il nostro pane quotidiano. Ricordi, sogni e ricette di una famiglia come tante. La mia, Rizzoli editore; Valeria Montaldi “La prigioniera del silenzio”, Rizzoli editore; Alberto Mazzuca “Gardini il Corsaro. Storia delle Dinasty Ferruzzi: da Serafino alla Montedison e a Enrico Cuccia”, edizioni Minerva.

*Giovanni Sinapi e l'editore Roberto Mugavero*
*Giovanni Sinapi e l’editore Roberto Mugavero*

Accanto a questi mostri sacri della Hit Parade libraria, la giornalista Francesca Cantiani, conduttrice dell’evento, promosso dal quotidiano “Il resto del Carlino”, ha presentato il 18enne enfant prodige di Itri il quale, per nulla intimorito dal peso del parterre letterario, ha raccontato la sua storia, l’iniziazione allo scrivere, le sue già molteplici esperienze, prima di essere accerchiato da un pubblico, prevalentemente femminile, che, oltre a inflazionare le attestazioni di stima con i caldi abbracci tipicamente romagnoli, gli ha chiesto di apporre la firma con dedica  sull’opera “Il sacrificio dell’ape” che gli ha permesso di raggiungere il prestigioso traguardo.