AGGIORNAMENTO – Due vasti incendi, “rigorosamente” notturni, hanno interessato lunedi sera e martedi mattina, le zone periferiche urbane di Itri, Santa Maria Bella e Monte Grande, “aggredito” per la quinta volta dalle fiamme. Nella prima emergenza, sinistri bagliori hanno illuminato il buio della notte e si sono avvicinate alla cava “San Pellegrino” e a diverse abitazioni, dalle quali sono subito usciti per mettersi in salvo gli inquilini. Il fuoco è comparso poco dopo le 21 e si è esteso, con un profilo circolare, sull’intera superficie della montagna, che confina con la vicina zona di San Martino, sovrastante lo scalo FS di Itri, e che era stata già interessata da un altro colossale incendio due anni fa. Impossibilitati a intervenire con i mezzi aerei, gli operatori (CFS, Vigili del Fuoco ed ERI) hanno dovuto fronteggiare l’estendersi delle fiamme, favorite dallo strame e dalla macchia mediterranea, con i getti d’acqua delle autopompe e con gli scudisci. L’incendio è andato avanti fino alle quattro della mattina, mentre le operazioni di bonifica della zona sono proseguite fino alle dieci. Circa sei gli ettari di territorio andati in fumo.
Ben venti ettari, invece, sono stati distrutti dall’altro incendio, quello che, partito alle 21,00 di lunedi in località Vastomano e Refezze, vicino al cimitero, sulla Itri-Fondi, ha rappresentato il quinto tentativo di “carbonizzare” Monte Grande e che è stato provocato da ben cinque inneschi. Sul posto il CFS, i VVFF, i volontari dell’associazione faunistica “fra’ Diavolo”, i VER di Formia e la Fenice di Gaeta. Le fiamme, che hanno continuato a svilupparsi fino al mattino, sono state domate solo con l’ausilio di ben due elicotteri, quello della Protezione Civile e quello della Spanair di Massimiliano Spanò. In questa seconda zona sono presenti patrimoni archeologici, come l’Appia antica, zone curate dal Parco e aree per la caccia libera.