SEDICI ANNI DI PESTAGGI, LA DENUNCIA DI UNA 35ENNE DI MONTE SAN BIAGIO

violenzaPicchiata e finita in ospedale domenica scorsa, da un letto del “San Giovanni di Dio” una 35enne di Monte San Biagio racconta di essere vittima di violenze da parte dell’ex marito da sedici anni e che ora intende presentare una denuncia per chiedere giustizia.

La giovane, che lavora nelle cucine di qualche ristorante della zona, domenica sera si è presentata sotto casa dell’uomo dal quale due anni e mezzo fa ha deciso di separarsi. Il figlio più piccolo era a casa del papà e, visto che non le rispondeva al telefonino, è andata a vedere cosa fosse accaduto.


“Quando l’ho visto – racconta riferendosi al suo ex, un 38enne – gli ho chiesto dove fosse nostro figlio e lui mi ha detto che era in casa, ma che da lì non sarebbe più uscito. Gli ho detto che volevo parlare con il bambino, l’ho chiamato e mio figlio è uscito. A quel punto ha iniziato a picchiarmi, e mentre mio figlio piangeva e urlava dicendo di lasciarmi stare, lui mi ha preso per i capelli, me li ha strappati, mi ha buttato a terra e riempito di calci e pugni. Ora presenterò una denuncia”.

Si è rivolta agli avvocati Maria Antonietta Cestra e Giuseppe Lauretti, che stanno seguendo anche la causa di separazione.

“Ho preso tante botte in testa – aggiunge – e faccio ancora fatica a muovermi. Quella di domenica è solo l’ultima aggressione. Mi allontanai da casa a diciassette anni – dichiara – e pensavo che quel vicino con cui ero cresciuta insieme, per cui c’era una simpatia, fosse l’uomo giusto. A diciotto anni l’ho sposato. Ero troppo giovane e solo da poco ho trovato la forza di allontanarmi da lui. Avevo paura di affrontare il mondo da sola e, non avendo un lavoro stabile, temevo di non poter garantire un futuro ai miei figli. Per sedici anni sono state botte e insulti. La prima volta – racconta – è stato durante la prima notte di nozze. Lo ricorderò sempre. Stavamo contando le buste che ci avevano dato, io sbagliai un conto e lui mi tirò un bicchiere di vetro che mi sfiorò la tempia. L’ho sempre giustificato, pensando che chi sbagliava ero io, che non dovevo rispondere”.

Poi la decisione di presentare una denuncia.

“Aspettavo – dichiara la donna – la nostra prima figlia, ero incinta di otto mesi, lui mi diede un calcio alla pancia e mi fece ruzzolare per 52 scale. Sono stata ricoverata una settimana e fortunatamente mia figlia si salvò. Presentai una denuncia e una seconda denuncia la presentai quando il mio ex marito mi picchiò con un tubo d’acciaio”.

Le denunce però vennero ritirate dalla 35enne: “Mio marito doveva prendere la licenza da caccia e con quelle denunce non poteva farlo. Mi disse che quelle cose non le avrebbe fatte più e io lo perdonai”.

Due anni e mezzo fa la decisione di andare via da casa.

“Nel corso dell’ennesima discussione – prosegue la giovane – mi tirò un manico di scopa e mi provocò lesioni sotto l’occhio. Ho preso i miei panni, i miei figli e sono andata via a mezzanotte. Sono tornata dai miei genitori. Quando ho deciso di separarmi lui ha reagito malissimo, mi ha insultata un sacco di volte, ma fino a domenica non mi aveva più aggredita”.