CASO LSU A MINTURNO, LA VERA STORIA RACCONTATA DAI LAVORATORI

Cortile interno al Comune di Minturno
Cortile interno al Comune di Minturno

La storia secondo i 35 lavoratori socialmente utili, o meglio ex Lsu, sospesi a partire dal 1 agosto scorso è diversa da quella raccontata finora.

“Dall’inizio – spiega uno di loro – la Corte del Conti aveva scritto ai Comuni di avere, tramite la Regione, usufruito di fondi non Comunitari ma Regionali. Se i fondi sono comunitari non c’e’ l’obbligo di attenersi al patto di stabilità e di conseguenza tutti lo hanno sforato”.


Intendendo tutte le amministrazioni comunali del Lazio che complessivamente contano circa 1800 Lsu, 180 dei quali nella provincia di Latina.

“Il comune di Minturno – chiarisce ancora l’ex dipendente comunale – a differenza di altri, rientra con le spese del personale ma non con il numero di assunti. Se ci fosse una sentenza della Corte dei Conti che annulla i protocolli di intesa tra Regione e comuni, la Regione si dovrà far carico dei lavoratori rimasti fuori. Questo comunque non sarebbe un problema dei lavoratori di Minturno che sono a tutti gli effetti dipendenti con un contratto a tempo indeterminato”.

La scelta di sospendere i 35 operai “serve esclusivamente a togliere le responsabilità ai dirigenti che autorizzano e firmano gli stipendi mensili, scuotere la Regione per riavere il famoso milione di euro ed avere una sentenza dal magistrato del lavoro che reintegra i 35 lavoratori, senza dei quali il Comune è in crisi di personale, ma anche arrivare all’appuntamento del 30 settembre con il bilancio mettendo il milione come debito fuori bilancio perché autorizzato da una sentenza”.

Ancora due giorni fa il Sindaco di Minturno ha invitato i lavoratori in Comune per dire che sono stati costretti a fare questo passo e che al più presto la cosa si risolverà, ha informato i presenti sull’incontro che c’è stato in Provincia. Ma al momento, la verità sembra essere che non ci sono novità concrete per i 35ex  Lsu sospesi. Dipendenti comunali a tutti gli effetti che in molti casi prestano servizio all’interno dell’amministrazione comunale da oltre 15 anni.

I 35 lavoratori si sono trovati di punto in bianco “senza stipendio, ma comunque con famiglia da portare avanti e in qualche caso mutui da pagare ogni mese. Lo stipendio per quanto ‘povero’ è importante. Oltretutto ci siamo trovati costretti a rivolgersi da un avvocato perché ci desse una mano a far fronte a questa situazione. E – prosegue l’ex Lsu – con grande sensibilità, ci ha chiesto davvero poco”.

I lavoratori sono assistiti dall’avvocato Carlo Bassoli del Foro di Latina “abbastanza conosciuto dal sindaco Graziano per le innumerevoli cause che ha perso, ultima quella che ha reintegrato l’architetto Gallucci con un risarcimento danni di 90 mila euro”.

Il ricorso ex articolo 700, d’urgenza, verrà depositato in tribunale prima del 14 agosto prossimo nella speranza che gli operai possano tornare a riprendere le loro attività all’interno del Comune entro i primi di ottobre.

I lavoratori da questa storia che li ha ovviamente umiliati vogliono uscire a testa alta: oltre al reintegro chiederanno i danni al Comune.