DECESSO SOSPETTO AL ''DI LIEGRO'', SI ATTENDE L'AUTOPSIA PER IL 76ENNE DI ITRI

E’ ancora posta sotto sequestro, preclusa alla visita dei parenti e senza che, dopo 48 ore dal decesso, siano stati ancora indicati il nome e la data dell’autopsia, la salma di Alberto Capotosto, il 76enne di Itri, deceduto presso la struttura “Mons. Luigi Di Liegro” di Gaeta, dove l’uomo, che si era fratturato un femore per una caduta il 24 giugno, si era sottoposto a cure di recupero e riabilitazione, dopo l’intervento subito all’ospedale di Formia.

L’imprevisto epilogo tragico della sua esistenza era avvenuto nella giornata di sabato e aveva indotto il magistrato di turno, la dott. Daria Monsurrò ad aprire un’indagine per verificare a fondo le cause del decesso. Il primo atto consequenziale della decisione del magistrato era stato la decisione di porre sotto sequestro sia la salma del 76enne pensionato di Itri, sia le relative cartelle cliniche. Purtroppo, dopo 48 ore da questa prima decisione, nessun elemento nuovo si è registrato sia per quanto riguarda il nome del medico legale designato, sia per quanto concerne la data dell’esame sul cadavere dell’uomo.


La famiglia è molto nota a Itri, dove il Capotosto era stato titolare di una impresa edile, ora portata avanti da uno dei suoi quattro figli (Crescenzo, Alessandro, Giuliano e Antonio), dove la moglie, Maria, gestisce il noto bar Giovenco nei pressi della struttura geodetica e dove il fratello Antonio è stato l’icona del basket locale, avendo ricoperto, per tanti anni, la carica di presidente e di finanziatore del sodalizio, al punto da meritarsi l’appellativo tanto popolare di “patròn Capotosto”. A seguire legalmente la famiglia sono operativi gli avvocati Salvatore Ciccone e Pasquale Di Gabriele.

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