GAETA, SCOPERTA UNA TARGA IN MEMORIA DELLE ‘’VITTIME DEL PIROSCAFO SANTA LUCIA’’

*Pontile Ciano*
*Pontile Ciano*

Anche la città di Gaeta ricorda con una lapide commemorativa le vittime del piroscafo postale Santa Lucia affondato al largo dell’isola di Ventotene il 24 luglio 1943. La cerimonia di intitolazione del Largo «Vittime del piroscafo Santa Lucia» si è svolta ieri, martedì 30 luglio, alle 18:30 sul Lungomare Caboto, all’altezza della confluenza con Corso Cavour (lato Formia) alla presenza dei rappresentanti delle associazioni combattentistiche e d’armi, di numerose autorità religiose (mons. Fabio Bernardo D’Onorio, arcivescovo di Gaeta), militari (col. Marcello Marzocca, comandante della Scuola Nautica della Guardia di Finanza; Cosimo Nicastro, comandante della Guardia Costiera di Gaeta con il suo vice Nicola Latinista; Rocco Mesiano, comandante del Deposito Pol/Nato) e civili (Giuseppe De Santis, sindaco di Itri, i consiglieri comunali Luigi Marzullo e Pasquale Ranucci) ed altri.

Il sindaco Cosmo Mitrano, dispiaciuto per non aver potuto presenziare alla cerimonia per seri motivi personali, ha delegato il suo vice Cristian Leccese il quale, dopo l’allocuzione, ha proceduto allo scoprimento della lapide insieme alla signora Anna Simeone, figlia del comandante della nave postale, e del presidente del Comitato «Vittime del piroscafo Santa Lucia» Mirella Romano, che in quella tragedia perse in età tenerissima il padre Carmine.


La nave svolgeva servizio postale sulla tratta Gaeta-Isole Ponziane. Partiva dal Pontile «Costanzo Ciano», distrutto nell’ultima guerra sui cui resti è stata realizzata una banchina all’interno della Base Nautica Flavio Gioia. È stata silurata ed affondata in prossimità dell’isola di Ventotene il 24 luglio 1943. Il comandante Cosimo Simeone, 53 anni di Gaeta, tentò di schivare i primi colpi nemici con ripetute accostate ma, al secondo passaggio aereo, un siluro centrò il Santa Lucia sotto la linea di galleggiamento e lo affondò in soli 28 secondi.

Il Santa Lucia era un vecchio piroscafo a vapore di 452 tonnellate, costruito nel 1912, appartenente alla SPAN (Società Partenopea di Navigazione) e che veniva affettuosamente chiamato «il tram di Ponza», proprio perché collegava, tre volte alla settimana, l’isola con Ventotene, Santo Stefano (sede del reclusorio) e Gaeta.

Il 24 luglio 1943, nonostante un attacco premonitore subìto il giorno precedente e sventato dalla contraerea di stanza a Ponza, aveva preso il mare. Oggi il relitto del Santa Lucia giace a 44 metri di profondità, a circa due miglia a nord-ovest di Punta Eolo. Il tragico evento provocò oltre 70 vittime fra civili e militari, alcune delle quali originarie di Gaeta, Itri, Ponza e Ventotene.

Questa la dicitura commemorativa riportata sulla lapide: «Nel 70° anniversario della tragedia del piroscafo postale “Santa Lucia” affondato da un siluro nemico il 24 luglio 1943, la città di Gaeta ne ricorda e ne onora le vittime sul luogo dell’ultima partenza». Davanti a questa lapide hanno preso la parola l’arcivescovo di Gaeta mons. Fabio Bernardo D’Onorio e la signora Mirella Romano la quale ha ripercorso le difficoltà che ha dovuto affrontare con la madre oggi 93enne subito dopo la morte di suo padre Carmine.

Nei locali del Club Nautico è possibile visitare una mostra fotografica e di modelli, dedicati al Santa Lucia, allestita dall’associazione «Gaeta e il mare». Al termine della cerimonia il noto giornalista subacqueo Adriano Madonna proiettato alcune slide ed un inedito filmato del relitto del Santa Lucia che giace a 44 metri di profondità al largo di Ventotene.