Esposti e segnalazioni dei vigili urbani agli uffici comunali e chiamate alla polizia provinciale non servono ad arginare l’immondizia che dilaga a Gaeta. Sia le isole ecologiche che i cassonetti di indifferenziata sono spesso, ormai da giorni, invasi e traboccanti di rifiuti gettati alla rinfusa senza alcun criterio di raccolta.
E questo accade nell’anno che doveva invece segnare una svolta nella direzione opposta con l’avvio della raccolta differenziata porta a porta. Annunci in pompa magna dell’amministrazione comunale che ha fallito l’obiettivo. Un cavallo di battaglia in campagna elettorale, anche per la provenienza dello stesso sindaco, allora come oggi, commissario del parco regionale Riviera di Ulisse.
Un traguardo fatto di step, come l’immediata apertura di un’isola ecologica proprio alle porte della città, ma che oggi rappresenta invece una delle maggiori criticità, in virtù del fatto che l’odore acre e nauseabondo di quell’area, nei pomeriggi, quando gira il vento, diventa un attentato alla vivibilità della zona. Perciò le chiamate dei residenti e di alcune attività commerciali alla polizia provinciale. Tutto ciò a causa del fatto che a parcheggiare in quell’area dovrebbero essere solo i piccoli mezzi di raccolta della ditta appaltata alla gestione rifiuti, e non i grossi autocompattatori come accade invece oggi.
Per quanto riguarda l’intervento della polizia locale, chiamata a intervenire in diverse zone della città per le rimostranze dei cittadini, anch’essa non può fare molto se non constatare quanto avviene. Come nel caso delle campane del vetro riempite fino a traboccare prima di essere svuotate solo qualche giorno fa dopo intere settimane. O il lavaggio dei cassonetti, praticamente inesistente rispetto alla periodicità imposta dall’affidamento semestrale alla Ipi-Egocar.
Ma ciò che salta più all’occhio resta l’immondizia che trabocca da cassonetti e isole ecologiche, dalle quali non viene raccolta con la velocità con cui viene prodotta. Ed è ancora molto distante, allora, l’obiettivo della bandiera blu che si voleva riconquistare. Troppo pochi i punti percentuali di differenziata attualmente all’attivo del Comune di Gaeta per pensare di ottenere il prestigioso vessillo ambientale. Ma comunque il fallimento è stato su tutta la linea, non solo sull’obiettivo programmatico mancato della differenziata, quello della bandiera blu o dell’efficacia dell’isola ecologica di raccolta.
Perché a questo va aggiunto il ritiro del maxi-bando da 54 milioni di euro che si voleva assegnare spalmato su un periodo di nove anni e che ha trovato, col dubbio della volontarietà, solo offerte non valide o sotto il profilo della forma o sotto quello dei contenuti. Perciò l’amministrazione comunale ha dovuto ripiegare sulla toppa dell’affidamento semestrale con possibilità di proroga di altri sei mesi, e che, probabilmente, verrà adottata. E così si arriverà alla prossima estate nella medesima situazione.
E anche su questo fronte si rischiava di avere una situazione bloccata se la passata gestione societaria nel ciclo dei rifiuti a Gaeta, non avesse rinunciato al contenzioso che aveva avviato contro l’affidamento alla Ipi-Egocar. Probabilmente anche in virtù dei guai giudiziari che stava avendo in quegli stessi giorni a Ponza. Guai che potrebbero ripetersi se le indagini in corso sulla gestione della De Vizia a Gaeta dovrebbero, come pare secondo indiscrezioni, arrivare ad una svolta.
Oggetto di indagini gli ultimi anni sotto l’amministrazione Raimondi, relativamente al mancato rispetto di alcune prescrizioni imposte dal bando. Più o meno ciò che è accaduto a Ponza e che ha portato all’arresto dei vertici societari. Insomma sembra un destino segnato, una storia destinata a finire male quella tra la città turistica per eccellenza del sudpontino e la raccolta dei rifiuti.
Un rapporto che si voleva cambiare anche con gli aumenti della tassa sui rifiuti ai quali, però, non è corrisposto un miglioramento dei servizi. Anche per questo le opposizioni hanno recentemente chiesto la testa dell’assessore all’ambiente Alessandro Vona, reo, secondo loro, del caos che regna sul piano ambientale e sulla gestione dei rifiuti a Gaeta.
La nota di Sel: “Solo tasse per la bugia della differenziata”
Non potendo fare a meno di accorgersi, replicando a tono, del caos immondizia che regna in città, sono arrivati senza sconti gli attacchi di Sel a Gaeta. E ad attirare il coordinamento cittadino di Sel, che ricordiamo sta per Sinistra, ecologia e libertà, è proprio il tema ambientale. Così dopo l’ultimo affondo relativamente all’installazione all’interno dello stadio Riciniello di un’antenna di telefonia mobile, con relativa raccolta firme per una sua immediata dismissione, arriva ora la questione immondizia.
“Un cittadino che entra a Gaeta da Formia vede un’enorme scritta ‘Gaeta Differenzia’. Basta fare qualche metro perché si renda conto dell’enorme bugia. In questi anni il ciclo dei rifiuti sembra essere tornato all’anno zero, anzi sotto zero. Rifiuti dappertutto, cassonetti ed isole ecologiche, strapieni e maleodoranti. Raccolta differenziata inesistente. La città è stufa di proclami, i cittadini volenterosi continuano a differenziare senza alcuna certezza che essi vengano avviati alla filiera del riciclo. Ai magniloquenti proclami hanno fatto seguito però solo aumenti a dismisura delle tasse di smaltimento dei rifiuti. Bel paradosso: un servizio peggiora ma le tasse aumentano. L’unica certezza è che ad oggi i cittadini non sanno ancora quanto devono versare complessivamente perché l’ultima rata verrà emessa dall’amministrazione comunale come regalo di Natale. Ricordiamo che la normativa prevede che dal 2012 i comuni devono differenziare almeno il 65 percento dei rifiuti. Gaeta è lontanissima da queste percentuali e non abbiamo sentore di quali strategie siano state messe in campo per adeguarsi alle indicazioni normative.
Oltretutto la giunta regionale del Lazio ha bloccato le deroghe ai comuni che non differenziano sufficientemente imponendo l’avvio di un’efficace raccolta differenziata, pena la perdita di finanziamenti previsti allo scopo. Vorremmo sapere, altresì, come siano stati impiegati i finanziamenti che il comune di Gaeta ha ricevuto dalla Provincia per incrementare la raccolta differenziata che ad oggi risulta aggirarsi su un misero 10 percento o poco più. Invitiamo l’amministrazione affinchè nel prossimo capitolato d’appalto del servizio vi sia una netta scelta a favore della raccolta differenziata porta a porta, che è l’unica che può permettere di raggiungere in tempi brevi quanto previsto dalla normativa ed evitare sanzioni e problemi di conferimento in discarica visto che non sarà più possibile conferire i rifiuti tal quali, ma solo dopo un adeguato trattamento.
Partiamo subito con il porta a porta per recuperare il ritardo ed avviando un’efficace campagna di informazione e formazione ai cittadini. Invitiamo i cittadini, le associazioni, a far sentire la propria voce, a non farsi sedurre da proposte sempre annunciate e mai concretizzate. Il servizio di nettezza urbana è la cartina di tornasole dell’immagine di una città. Ad un servizio scadente si interfaccia un ambiente degradato, maleodorante e che certamente non incentiva un turismo di qualità. Concludiamo dando un suggerimento: amministratori parlate meno e passeggiate di più, forse così potete prendere coscienza dello stato della città”.