ITRI, BARRICATO IN CASA DA DIECI GIORNI CON I SUOI DUE CANI MORTI

AGGIORNAMENTO – Aveva scelto (tanto per usare un eufemismo) di restarsene solo in casa, lui, 55enne con un passato di emigrato nella ex Germania di Bonn, dove, una volta rientrato a Itri, aveva lasciato la ex moglie e un figlio, agli obblighi verso i quali ottemperava con puntuale scadenza. In paese, lo conoscevano e lo conoscono in tanti. Bastava frequentare il marciapiede della piazza Centrale, per la toponomastica, piazza Incoronazione, dove si poteva discettare di argomenti che spaziano dalla politica alle problematiche legate alla difficile congiuntura economico-occupazionale, dall’evoluzione della donna in Italia e a Itri in rapporto alla condizione femminile da lui monitorata nell’esperienza lavorativa  negli spazi mittleuropei.

Ieri pomeriggio – parliamo di martedi 16 luglio – ci ha regalato un altro aspetto della sua esistenza (o meglio dell’imprevedibilità del comportamento che sfugge al controllo razionale della propria mente) che prima nessuno conosceva o poteva minimamente ipotizzare. Tanti e compositi i preludi che hanno partorito la miscela esplosiva di un pomeriggio di poco ordinaria follia. Dieci giorni fa, l’anziana madre, che lo accudiva con particolare cura e zelo, ricoverata in ospedale per le conseguenze di una caduta (!) in casa. A seguire l’insolito rifugio in un eremitaggio che lo ha sottratto alla compagnia di interlocutori quotidiani e amici. Poi il silenzio opposto alle continue chiamate sul cellulare da parte di chi solitamente intratteneva frequentazioni quotidiane o semplici contatti telefonici.


Ci si metta anche la “desertificazione sociale” di piazza Incoronazione, sempre più aridamente sterile nel facilitare i momenti di socializzazione cosiddetti globalizzati, ed ecco il quadro che ha segnato il prologo del dramma di ieri, raccontato, ora, nella scarna elencazione dei momenti che lo hanno caratterizzato nella cronologica successione.

Preoccupati da un maleodorante olezzo che proveniva dalla sua abitazione, i vicini hanno sollecitato l‘intervento dei Carabinieri. I militari della Benemerita, al comando del m.llo Giovanni Persico, dopo essersi prontamente recati sul posto, hanno ricevuto decisi e ripetuti rifiuti all’invito ad aprire l’uscio. A quel punto i militi si sono visti costretti a chiedere il supporto operativo dei Vigili del Fuoco, per poter forzare legalmente la porta d’ingresso, e dell’equipe dei servizi sociali, il cui contributo in questi casi – dato che si era capito che ci si trovava di fronte a un evidente caso di criticità psicologica – risulta oltremodo prezioso.

Una volta dentro l’abitazione, c’è voluta tutta la determinazione degli operatori, nella contenutissima forma del pieno rispetto delle norme giuridiche che disciplinano questo tipo di interventi, per aver ragione dell’energumena reazione di un massa di muscoli e di vigoria fisica al quale era momentaneamente venuto meno il contatto con la cabina di regia del pensiero per quelle forme di crisi su cui tanto discetta la Medicina allorquando tenta di dare una spiegazione ai fenomeni di questo genere. A tutti la scena che si è presentata era la tipica location di situazioni cariche di problematiche tanto drammatiche.

I due cani, fedeli testimoni di anni trascorsi in simbiotica compagnia con il loro padrone, giacevano a terra, privi di vita e in un avanzato stato di decomposizione, che procurava l’olezzo nauseabondo avvertito dai vicini e che ha fatto scattare l’allarme. Sulle braccia dell’uomo  restavano ancora i segni di morsi canini, segno questo che induceva gli inquirenti a supporre ipotesi sulla ricostruzione di come siano andate le cose negli ultimi giorni e che personalmente omettiamo di teorizzare, rispettosi, come sempre, delle conclusioni delle indagini.

Per l‘uomo, sedato per arginare la furibonda reazione fisica, la conclusione dell’intera vicenda è stata segnata dall’emissione di un T.S.O. (Trattamento Sanitario Obbligatorio), provvedimento firmato, come da disposizione legislativa, dal sindaco del paese, che ha fatto schiudere per il pensionato le porte della struttura competente per terapia nella vicina Formia. L’episodio, più che provocare commenti, ha suscitato umana comprensione per un  caso dove il destino ha giocato a calare i “carichi” pesanti e le briscole che fanno lievitare il punteggio. Quello, però, della sfortuna e delle disavventure delle esistenze segnate dal fato maligno.