***2video***FORMIA ''LE FOSSE'': DA CAVA DI ARGILLA A PROGETTO DI EDILIZIA CONVENZIONATA A DISCARICA

Sarebbe dovuta diventare tante cose, da un centro per servizi e per lo sport ad area di edilizia convenzionata, da centro congressi a centro commerciale con ristoranti ed alberghi, peraltro in una zona sottoposta a vincolo idrogeologico, ma che oggi non è altro che una vera e propria discarica a cielo aperto. Ora, dopo la ribalta del successo avuto negli anni passati quando sia Michele Forte che Sandro Bartolomeo avevano messo gli occhi svariate volte sul sito per riqualificarlo, la ex cava è completamente abbandonata all’incuria, al degrado e al danno ambientale. Nonostante a capo dell’amministrazione ci sia proprio Sandro Bartolomeo che, come detto, per quell’area aveva grandi progetti.


L’area più in alto di quella zona collinare, dove c’è appunto la ex cava di argilla, è diventata luogo di abbandono. In molti la stanno sfruttando come discarica di materiali di risulta e altri ancora come luogo per l’accoppiamento. Coi relativi preservativi disseminati lungo tutto il nastro di asfalto che porta in cima. Ci sono abbandonati elettrodomestici, cumuli di segatura, decine di grossi contenitori di plastica, vetro, latta, carta, legno ed ogni genere di rifiuto. Addirittura batterie per automobile probabilmente esauste che ricordiamo contengono piombo. Meraviglia inoltre che ci siano decine di sacchetti di immondizia domestica non differenziata. Come se qualche detrattore della differenziazione del rifiuto, ancora abituato alla raccolta tradizionale, in assenza dei tanto cari cassonetti generici andasse a gettare lì la propria immondizia.

La ex cava di argilla in zona Le Fosse, era finita anche in un inchiesta giudiziaria della Procura di Latina poi archiviata analogamente alla posizione di una quindicina di indagati per gravi reati come associazione a delinquere e corruzione. Peraltro con l’ombra di infiltrazioni della criminalità organizzata, visto che da un iniziale progetto di circa 18mila metri cubi di costruzioni si era passati a oltre 140, per un costo che passava da 9 a 60 miliardi di vecchie lire. Con possibili collusioni tra la politica locale e la speculazione edilizia di stampo mafioso. Il progetto era infatti finito nel Programma di Riqualificazione Urbana di Sviluppo Sostenibile del Territorio (Prusst), vincendo la graduatoria per il finanziamento statale al progetto.