
Incompatibilità, paventate crisi di maggioranza e avvicendamenti tra consiglieri comunali hanno quasi integralmente monopolizzato il Consiglio comunale a Gaeta. E non sono bastate nemmeno le due ore dedicate alle interrogazioni dei consiglieri per esaudire la richiesta di risposte del governo cittadino ai componenti dell’assise. Insomma, prima di passare alla discussione dei punti all’ordine del giorno, in seno al Consiglio si sono affrontate questioni di carattere istituzionale prima che amministrativo. Su tutte la vicenda incompatibilità, sulla quale si è recentemente espressa la commissione ministeriale della funzione pubblica, e che vede coinvolto in prima persona il sindaco Cosmo Mitrano.

Sulla relazione della Civit è intervenuto l’ex primo cittadino Antonio Raimondi che ha chiesto lumi direttamente al segretario generale Celestina Labbadia nella sua funzione di garante per la legalità del Consiglio comunale. E il segretario, oltre a sottolineare l’assenza di vincolo della relazione che in sostanza contiene solo un parere di indirizzo relativamente al doppio incarico istituzionale di Mitrano, anche dirigente al Comune di Fondi, ha confermato l’assenza di rischio illegittimità degli atti amministrativi. Ma sulla questione incompatibilità ci sono altre posizioni che vanno raccontate, come quella di altri due componenti della giunta, con doppio incarico, e cioè gli assessori alla polizia municipale Antonio Di Biagio e quello ai lavori pubblici Cristian Leccese. Mentre va ricordata la scelta in controtendenza dell’assessore alla cultura Sabina Mitrano che ha chiesto l’aspettativa per il suo ruolo di insegnante. Mentre proprio sulla vicenda incompatibilità ieri il capogruppo di Sel Salvatore di Maggio ha fatto un passo indietro, per ragioni di conflitto professionale con il suo ruolo di dirigente dell’Asl, cedendo il suo scranno di consigliere al fratello, arrivato secondo in lista.

Ma ad agitare ulteriormente le acque, come detto, sono state le interrogazioni. La vera bagarre si è scatenata sulla segnalazione dei consiglieri Raimondi e Costabile relativamente all’assenza del cartello di descrizione dei lavori in atto alla scuola Mazzini. I due componenti della minoranza hanno denunciato il fatto trovando subito la ferma opposizione dell’assessore ai lavori pubblici Cristian Leccese che ha sconfessato la segnalazione. Tuttavia dopo un sopralluogo effettuato mentre il Consiglio proseguiva, il tutto corredato di foto, si è appurata la bontà della protesta dei consiglieri di minoranza. Così il comandante dei vigili urbani non ha potuto fare altro che constatare l’infrazione promettendo l’elevazione di un verbale di 250 euro nei confronti del direttore dei lavori. Salvo poi scoprire a conclusione della controversa vicenda che il cartello era abbandonato, e perciò non visibile, all’interno del cantiere.
Non poteva poi mancare una interrogazione, corredata ovviamente da proteste mirate, da parte del consigliere Pdl Edoardo Accetta nei confronti dell’assessore Di Biagio. Non è difficile pensare che la scelta di Accetta cela un attacco al suo “nemico giurato” Donato Mauro. Ma nella bufera Di Biagio ci è finito anche relativamente alle protesta sulle tariffe e sulla nuova configurazione della Ztl di Gaeta medievale. Su tutti l’aspetto relativo ai prezzi degli abbonamenti annuali che prevedono, ad esempio, per le forze dell’ordine non residenti, un corrispettivo di 12 euro per l’abbonamento annuale, mentre per i lavoratori stagionali non residenti, solo per fare un esempio, la cifra schizza a 30 euro.
Entrando nel merito dei punti all’ordine del giorno, quello sulla votazione relativa all’installazione di sistema di videosorveglianza in alcuni punti della città, ha visto la minoranza compatta uscire dall’aula in segno di protesta nei confronti di un provvedimento che potrebbe presentare profili di illeggittimita relativamente alla privacy. Anche perché le riprese dovrebbero andare in diretta streaming on – line. Una scelta che la minoranza voleva rivedere e discutere. Richiesta non accolta e punto approvato dalla sola maggioranza.