***video***FORMIA, ETERNIT A CIELO APERTO. A MOLA SPUNTA UNO STRISCIONE DI DENUNCIA

torre mola


Resta una delle zone più caratteristiche di Formia e certamente tra le poche che meglio conserva le atmosfere ed una certa estetica urbanistica di un passato ricco di eventi storici dal profilo epocale. Eppure il borgo di Mola, peraltro mai così animato nelle ore serali come durante le iniziative degli ultimi tempi, è costretto tuttavia a convivere con un paradosso architettonico ed ambientale.

In pochi metri, la splendida torre a presidio del quartiere, la piazzetta riqualificata qualche anno fa, la scuola media, alcune attività commerciali che ne animano la movida, convivono con una vera bomba ecologica. E gli stessi residenti non solo se ne sono ovviamente accorti, ma ora sono passati ai fatti. Per ora solo simbolici. Se si percorre via Abate Tosti, infatti, il messaggio che campeggia su uno striscione inequivocabile, affisso su uno dei balconi dei residenti, recita: “Liberaci dall’amianto”.

Svariati pannelli di eternit a cielo aperto e a ridosso di numerose abitazioni ed attività commerciali spaventano gli autori dell’operazione di sensibilizzazione. Una vasta copertura dei famigerati e cancerogeni pannelli ondulati occupa di fatti una palazzina diroccata, di proprietà di una decina di soggetti diversi, che ormai da 25 anni è nel più totale abbandono e degrado e che per questo motivo attenta alla sembiante armonia del luogo. Oltre che alla salute, come recentemente sancito da una storica e incontrovertibile sentenza del Tribunale di Torino contro i vertici della multinazionale che ha provocato la morte di migliaia di persone. Peraltro l’edificio è interdetto per il rischio che possa crollare. Ma i pannelli non coprono solo la palazzina. Girano anche dal lato della darsena e dove si trovava l’ex ristorante ora dismesso.

Eppure queste coperture industriali cancerogene a cielo aperto in pieno borgo storico sono state già oggetto di ordinanze di abbattimento che, però, non è mai avvenuto. Così come si ricorda più di un intervento dei vigili del fuoco per rimuovere calcinacci e tegole pericolanti. Tuttavia l’amianto resta lo è neanche varie chiamate alle forze dell’ordine hanno risolto il problema. Ma dopo decenni i residenti sono esausti di convivere con questo pericolo mortale.

Va ricordato infatti come i pannelli, composti da microscopiche fibre che si liberano nell’aria con il disgregarsi del tessuto composto da amianto e cemento dell’eternit, possono venire inalate e a lungo andare provocano gravi forme di cancro come asbestosi e mesoteliomi.