FORMIA, BARTOLOMEO: “PRESTO UNA COMMISSIONE CONSILIARE ANTIMAFIA E UN OSSERVATORIO COMUNALE SULLA CRIMINALITÀ”

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*La scritta comparsa sul muro di un bar a Penitro*

AGGIORNAMENTO – “Quello della lotta alla criminalità organizzata è e sarà sempre uno dei nostri capisaldi etici oltre che una priorità amministrativa. Per questo, non appena si sarà insediato il Consiglio Comunale, proporremo l’istituzione di una Commissione consiliare antimafia e di un Osservatorio comunale sulla criminalità”.

Il neo-sindaco Sandro Bartolomeo risponde così all’appello lanciato dall’Associazione Caponnetto all’indomani dei pestaggi verificatisi a Formia e delle scritte inquietanti comparse sui muri di Penitro.


“E’ intenzione di questa amministrazione – sostiene il primo cittadino – tenere gli occhi non aperti ma spalancati sul rischio di infiltrazione delle mafie, tanto nei percorsi della politica quanto in quelli dell’economia e della società in una città come Formia, geograficamente e storicamente esposta alle mire di varie consorterie criminali. Ognuno di noi faccia ciò che deve. Dai cittadini che vivono e lavorano su questo territorio ai politici che li rappresentano nelle istituzioni. Senza compromessi, né reticenze”.

Gli fa eco l’avvocato Patrizia Menanno, candidata alle ultime elezioni nelle liste del Partito Democratico e storica attivista antimafia: “Quello della Commissione consiliare e dell’Osservatorio – spiega – è un punto centrale del nostro programma di governo. Sentiremo le associazioni che da anni monitorano il territorio per quanto concerne appalti e forniture. La commissione consiliare farà una sintesi delle informazioni di cui verrà in possesso. Se emergeranno opacità, non esiteremo a segnalarle a chi di dovere”.

Altro aspetto importante è quello dei beni confiscati alle mafie, finora relegati ad un triste destino di abbandono.

“Già prima dell’insediamento del sindaco Bartolomeo – sottolinea Patrizia Menanno – abbiamo preso contatti con l’Agenzia nazionale dei beni confiscati. Abbiamo fatto un inventario e beni di cui rientrare in possesso ce ne sono, come l’ex discoteca Marina di Castellone, sita nel cuore della città. Stiamo attivando i percorsi – conclude – perché Formia si riappropri di spazi importanti sottratti alla camorra. Il loro riutilizzo sarà poi concertato con le associazioni. Quella che proponiamo non è l’antimafia delle parole. Ma quella dei fatti”.

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AGGIORNAMENTO – LA RISPOSTA DELL’ASSOCIAZIONE CAPONNETTO

Premesso che l’Associazione Caponnetto non é pregiudizialmente a favore o contro qualsivoglia schieramento politico e che essa esprime i suoi giudizi favorevoli o meno basandosi sui fatti e solo sui fatti, essa non può, in questa occasione, non esprimere la sua soddisfazione, così come la espresse a suo tempo in favore dell’attuale Sindaco di Gaeta, il quale ultimo, però, si é subito rimangiato, com’é noto, gli impegni assunti al riguardo.

Ci teniamo, però, a precisare alcuni aspetti:

1) a noi non interessano affatto le cosiddette Commissioni consiliari antimafia in quanto riteniamo che queste non siano affatto utili perché composte da soli consiglieri comunali che nella fattispecie assolvono quindi al doppio ruolo di controllori e controllati;

2) abbiamo elaborato e reso noto un corposo documento che contiene le nostre indicazioni agli amministratori pubblici per contrastare le infiltrazioni mafiose negli enti locali e nella pubblica amministrazione.

Basta recepire quelle indicazioni e non c’é alcuna esigenza di confronti sulle tematiche trattate in quanto é tutto ben specificato.

Il documento in questione é pubblicato sul sito e sulla pagina fb ufficiale dell’Associazione Caponnetto.

3) l’Osservatorio comunale sulla criminalità dovrà, per essere efficiente e serio, essere composto così come ha suggerito l’Associazione Caponnetto:

a) a costo zero e senza indennità di sorta per i singoli componenti;
b) senza la partecipazione di consiglieri o rappresentanti politici;
c) con la sola partecipazione di magistrati inquirenti, possibilmente anche della DDA, comandanti provinciali delle forze dell’ordine, esponenti provinciali se non regionali delle associazioni antimafia effettivamente operanti sul territorio, del Capo dell’Ufficio Tecnico comunale e del Sindaco nella sua veste di Presidente dell’Osservatorio.