Appare tanto assurdo, soprattutto a Itri, il taglio all’organico dei portalettere in servizio. Da sei che ne erano, sono rimasti in cinque. “Anche se la riduzione delle spese impone questo depotenziamento generale nel resto d’Italia – si legge in una nota del comitato subito costituitosi per ottenere un servizio “appena sufficientemente adeguato” – a Itri il fenomeno è assurdamente inconcepibile per più di qualche motivo. A parte la vastità del territorio che, con i suoi 11.000 ettari, vede la distribuzione dei nuclei familiari con distanze che raggiungono anche i 13 km (Itri- Bivio Campello) o i 10 (Itri- Provinciale per Sperlonga) dal centro, c’è da considerare che i 10.500 utenti invernali diventano oltre 15.000 d’estate quando, con la chiusura delle scuole, si riaprono tutte le circa cinquemila unità abitative disseminate nelle zone rurali.
I primi disagi si sono già avvertiti con località che dal primo giugno non ricevono la corrispondenza, benché i portalettere si stiano prodigando al massimo delle loro possibilità. Preoccupa – prosegue la nota che rimanda a oltre duecentottanta firme – la voce secondo cui le Poste vorrebbero istituzionalizzare la consegna della corrispondenza solo a giorni alterni. Sarebbe il colpo di grazia per un servizio che già recapita bollette e notifiche di vitale importanza molto spesso dopo la data di scadenza. A meno che – conclude polemicamente il documento – non ci sia chi intende sabotare la struttura, avendo interesse a far decollare le società concorrenti. Purtroppo, a farne le spese è sempre l’utente”.