MALASANITA', TUMORE NON DIAGNOSTICATO SU UN BIMBO DI 6 ANNI

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*L’ospedale Fiorini di Terracina*

Se il medico dell’ospedale Fiorini di Terracina, che nell’agosto del 2011 visionò la Tac, avesse diagnosticato in tempo il tumore cerebrale che lo aveva colpito, per un bambino di sei anni di Formia le aspettative di vita sarebbero state molto più alte. E minori le sofferenze. E’ questa l’opinione dei genitori del piccolo che nell’aprile del 2013 hanno denunciato il medico terracinese alla Procura di Latina che però a fine aprile scorso, attraverso il sostituto Daria Monsurrò, ha chiesto l’archiviazione del caso. A cui la famiglia ha più recentemente fatto opposizione.

La storia ha inizio nel 2011 quando il piccolo, che chiameremo Luca, arrampicatosi su una porta da calcetto, cade sbattendo la testa. A Formia la Tac è fuori uso e per questo viene trasportato in ambulanza a Terracina. Esito negativo per quanto riguarda le lesioni, nell’aprile successivo, 2012, Luca comincia a lamentare forti cefalee accompagnate da vomito mattutino. La diagnosi è drammatica: è presente una lesione espansiva di circa quattro centimetri a livello del verme cerebrale. Viene trasferito immediatamente al Bambin Gesù dove comincia il suo calvario con la prima asportazione parziale del tumore cerebrale e poi chemioterapia e radioterapia. Senza peraltro che tuttora il caso sia risolto.


Nei genitori sorge il dubbio se quel tumore fosse già visibile nella Tac eseguita nell’agosto del 2011 e pertanto incaricano un medico legale di sottoporre la lastra a un radiologo: la diagnosi del medico evidenzia “un’area tenuamente ipodensa del diametro di circa tre centimetri riferibile a lesione espansiva”. Ovvero il tumore era già visibile e nel corso di otto mesi è aumentato di un centimetro di diametro riducendo della metà le speranze di vita del piccolo Luca. Da cui la denuncia alla Procura per l’articolo 590 del codice penale: lesioni personali colpose.

A cui però la Procura si oppone, con richiesta di archiviazione, ritenendo la vicenda esclusivamente civilistica e in ritardo la querela di parte. Netta l’opposizione della famiglia che si sintetizza in vari punti, primo tra gli altri la mancata iscrizione del medico terracinese nel registro degli indagati pur in presenza di una firma sul referto medico, la mancata nomina di un consulente medico della Procura sul caso, il fatto che l’omessa diagnosi ha condotto a un aggravamento delle condizioni di salute del piccolo, l’impossibilità di presentare prima la querela in quanto solo nel marzo del 2013, a fronte della perizia del medico incaricato dalla famiglia, la situazione poteva essere più chiaramente definita. Bisognerà attendere la decisione del Gip incaricato per gli eventuali sviluppi.

Intanto la battaglia del piccolo Luca contro la malattia continua.