
Ingiustamente accusato e detenuto chiederà 100mila euro di risarcimento danni al Ministero dell’Economia e delle Finanze. La strana e controversa vicenda giudiziaria ha coinvolto un giovane imprenditore formiano, Dario Centore, assieme ad altre 18 persone in tutta Italia dopo l’avvio delle indagini della Procura di Catania sul commercio delle cosiddette droghe sintetiche.
Le accuse per gli imputati furono l’associazione a delinquere finalizzata allo spaccio di sostanze stupefacenti con l’aggravante degli oltre dieci componenti, l’associazione a delinquere finalizzata al traffico di sostanze adulterate e la ricettazione.
In sostanza le indagini riguardarono decine di attività in tutta Italia, meglio conosciute come Smart Shop, dedite alla vendita di profumatori di ambienti spesso utilizzati per essere inalati o fumati, seppur privi di principi attivi banditi dalle relative tabelle ministeriali in materia di stupefacenti.
L’attività degli inquirenti, in particolare, tramite intercettazioni telefoniche e telematiche, riguardò una sostanza denominata “Hurricane” che stava provocando una serie di malori a diversi utilizzatori in tutta Italia. A smerciare la Hurricane era una ditta presente a Torino denominata Wipeout.
Secondo la tesi della Procura di Catania, in seguito alle quali il Gup fa scattare le ordinanze cautelari, i titolari degli Smart shop disseminati in Italia tra i quali Dario Centore, legale rappresentante di due punti vendita uno a Cassino e uno a Roma, erano a conoscenza del fatto che all’interno della sostanza Hurricane ci fosse un principio attivo, diversamente da quanto avveniva per sostanze analogamente smerciate, classificato in questo caso come stupefacente dalle tabelle ministeriali.
Accuse crollate a seguito di intercettazioni che scagionano il giovane formiano, come confermato peraltro dal Gip di Torino nel suo procedimento di archiviazione. È il Gip del Tribunale di Latina Cocoluto a disporre la scarcerazione di Centore nel gennaio scorso. Il Gip del Tribunale di Torino, oltre a ritenere insussistente l’ipotesi dell’associazione a delinquere, ha escluso che gli stessi presunti indagati del vincolo associativo fossero a conoscenza che in una partita di Hurricane fosse contenuto un principio attivo classificato nella tabella ministeriale degli stupefacenti.
Nello specifico la posizione di Centore assume contorni singolari in quanto, e da qui la richiesta di risarcimento avanzata dal suo legale l’avvocato Gianluca De Meo, il giovane formiano non solo non figura in alcuna intercettazione, ma inoltre figurava solo come legale rappresentante delle due attività coinvolte dalle quali si era peraltro estromesso una ventina di giorni prima dell’ordinanza vendendo le sue quote. Nonostante ciò però viene coinvolto mentre si trova a colloquio con il direttore generale dell’Ovs nella sede di Mestre.
I carabinieri del locale comando, allertati dai colleghi del sudpontino, fanno irruzione nell’ufficio mentre sta per firmare il contratto di lavoro come allievo direttore. I danni presupposti sono dunque esistenziali perché incensurato, d’immagine per le ripercussioni familiari e all’interno della comunità di appartenenza e professionali per aver perso quel lavoro in procinto di ottenere.
Il procedimento per farsi riconoscere il risarcimento del danno da ingiusta detenzione si celebrerà dinanzi alla Corte di Appello di Torino dove l’avvocato Gianluca De Meo richiederà, al Ministero dell’Economia e delle Finanze, la somma di 100mila euro per tutti i danni patrimoniali, morali ed esistenziali patiti a seguito dell’arresto illegittimo di Dario Centore.
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