Una questione di civiltà. Così l’Amministrazione di Gaeta, guidata dal sindaco Cosmo Mitrano, definisce il riutilizzo, per fini sociali, dei beni confiscati ala criminalità.
Per tale ragione si è impegnata e ha portato a compimento, dopo anni di vuoti dibattiti e vani tentativi da parte dei precedenti amministratori, l’iter per l’adozione di un Regolamento Comunale sull’affidamento dei beni mobili ed immobili confiscati ad ogni forma di criminalità, acquisiti al patrimonio del Comune. Beni che saranno strappati all’incuria e all’abbandono per ritornare a vivere attraverso la realizzazione di rilevanti fini sociali.
Il Consiglio Comunale, nella seduta del 17 maggio scorso, ha approvato all’unanimità la proposta di Regolamento, elaborata dall’assessorato alle Opere Pubbliche, diretto da Cristian Leccese.
Gaeta conquista così il traguardo di secondo Comune del Lazio, tra i primi della sua stessa dimensione territoriale e demografica in Italia, a dotarsi di questo importante strumento normativo. Esso delinea, con regole precise, i binari da seguire nell’azione amministrativa per l’affidamento, in uso gratuito, di case e terreni confiscati alla mafie, in favore di Associazioni senza scopo di lucro, che perseguono fini sociali di rilevante interesse per la collettività: organizzazioni di volontariato, ONLUS, associazioni di promozione sociale, comunità terapeutiche e simili. L’obiettivo è quello di tramutare i luoghi tolti alla malavita organizzata in luoghi di aggregazione per combattere il disagio sociale, l’emarginazione, l’isolamento, la disoccupazione.
Per il Primo Cittadino “Trasformare gli oggetti della condotta illegale dell’uomo in azioni ed attività benefiche per l’intera società significa attestare la grande rivalsa sociale della legalità sulla criminalità, in ogni forma essa si manifesti. Il risultato conseguito a pieni voti conferma la volontà della città e dei suoi rappresentanti istituzionali di operare per lo sviluppo della cultura della legalità, sostenendo al contempo il mondo del Terzo Settore in genere, e le sue varie espressioni in ambito sociale, culturale, ricreativo, sportivo, solidaristico di fondamentale importanza per l’intera comunità2.
Sono circa 21, tra case e terreni, i beni confiscati alle mafie sul territorio comunale: un apposito elenco sarà redatto e pubblicato sul sito del istituzionale del Comune, entro 120 giorni dall’entrata in vigore del suddetto Regolamento.
In totale i terreni sottratti alla criminalità organizzata si estendono per circa 25.000 metri quadrati, sparsi in varie zone della città, acquisiti nel 2007. Fra questi 2.200 a Calegna, 2.700 a Monte Lombone, 14mila nella contrada Canali, ed altri 6.000 nella zona Arena Rossa, dove si trova uno dei siti più pregiati: un immobile di 300 mq dislocati su tre piani, per i quali le precedenti amministrazioni avevano avviato dei progetti mai conclusi.
“Con l’adozione del Regolamento – ha affermato l’assessore Leccese – intendiamo anche fare da pungolo per l’utilizzo, tramite l’affidamento agli enti del Terzo Settore, di questi terreni e case perché diventino reali strumenti al servizio di Gaeta. Riteniamo sia questo un fondamentale compito dell’Amministrazione locale unitamente all’importante ruolo per la valorizzazione del patrimonio pubblico comunale”.
Il Regolamento approvato definisce, tra l’altro, le modalità della richiesta di assegnazione, il suo procedimento, i parametri per la valutazione delle domande, i casi di revoca e recesso, ed istituisce la Commissione per l’affidamento dei beni in questione, senza alcuna onere per l’Amministrazione comunale.