115 AUTORI RACCONTANO LA RESISTENZA, 'IN TERRITORIO NEMICO' PRESENTATO A TERRACINA

copertina libroLa Resistenza raccontata da ben 115 autori, ognuno con una testimonianza di vita vissuta, che alla fine riescono ad esprimersi attraverso una voce unica che narra le vicende di Matteo, di sua sorella Adele e il cognato Aldo, separati dalla guerra, in preda al caos del dopo 8 settembre 1943. E’ la storia di ‘In territorio nemico’, edito dalla Minimum Fax, un interessantissimo quanto folle esperimento editoriale che utilizza il metodo della Sic, la Scrittura Industriale Collettiva, ideato da Gregorio Magini e Vanni Santoni.

In pratica è come se questo libro avesse un autore senza volto, anzi, un autore con più di cento volti diversi. E uno di questi è della terracinese Elvira Bianchi, con all’attivo già numerose pubblicazioni letterarie. Sarà lei a parlarci di ‘In territorio nemico’ il prossimo 14 giugno alle ore 18 nella Sala Valadier, a Terracina. Una presentazione corale, moderata dal giornalista Fabio Coccia de ‘Il Messaggero’, che vedrà la partecipazione anche di Stefano Pizzutelli, uno dei compositori del libro, del professore Stefano Parisella, che darà un inquadramento storico dell’opera, di Catia Mosa e Alba Avelli che leggeranno alcuni brani.


Un ufficiale che diserta e intraprende un viaggio attraverso l’Italia devastata dalla guerra. Una ragazza di buona famiglia che diventa una partigiana pronta a uccidere ogni fascista incontri. Un ingegnere aeronautico che si nasconde in attesa che passi la bufera. Questi i tre protagonisti del libro che nei venti mesi terribili del dopo armistizio di Salò dovranno affrontare la prova più difficile: scegliere da che parte stare mentre la morte li minaccia di continuo.

‘In territorio nemico’ racconta un’epopea corale ricostruita con i contributi di 115 scrittori che hanno narrato pezzi di storia realmente accaduta, soprattutto di provenienza famigliare. Tanti tasselli di un puzzle che alla fine si sono incastrati quasi naturalmente, con spontaneità, delineando un quadro memorabile nella spietatezza della guerra, che non è mai né del tutto vinta né del tutto persa, è sempre sofferenza.