Palazzo Caetani, “tempio della sofferenza cisternese”, come il sindaco Merolla ha ricordarlo era solito definirlo lo scomparso Felice Paliani, ieri è stato il luogo per celebrare 4 cittadini che hanno subito direttamente le conseguenze del dramma della seconda guerra mondiale.
Con un’edizione Speciale del “Premio Cisterna, nel Giorno della Liberazione” la città ha reso omaggio ad Umberto Martini, la prima vittima dei bombardamenti a Cisterna, a Serafino Beltrami, ad Attilio Mancini e ad Arturo Cirilli, reduci dai lager nazisti e tornati in libertà grazie alle truppe alleate.
Tanta è stata l’emozione degli eredi o dei presenti, come Mancini e Cirilli, nel momento in cui sono stati ricordati i momenti della prigionia o, nel caso di Martini, dell’estremo sacrificio.
La cerimonia ha avuto inizio alle 11 nella corte interna di Palazzo Caetani alla presenza del sindaco Antonello Merolla, del presidente della Commissione per il Premio Cisterna, Patrizia Pochesci, e dei componenti Carlo Castagnacci, Pierfranco Fatati, Bruno Fieramonti, Quirino Mancini, Romeo Murri, Pierfrancesco Paliani, Marzio Setini, Mauro Nasi (segretario).
“L’idea di creare questa appendice del Premio Cisterna con uno speciale – ha spiegato la presidente Pochesci – è data dal fatto che la Commissione ha sentito il dovere di rendere omaggio a persone che, a prescindere dalla loro volontà, hanno tenuto alto l’onore della dignità personale e del paese d’origine o d’adozione. Ognuno di loro è stato segnato dallo scempio della guerra; chi ha perso la vita, chi ha subito la gogna della prigionia, chi l’onta del campo di lavoro. Ognuno di loro, chi è tornato, ha testimoniato con il silenzio e l’abnegazione il sacrificio cui era stato sottoposto, chi ha pagato con la vita ha reso la testimonianza di ciò che è stato attraverso la famiglia che ne perpetua il ricordo dignitosamente ma silenziosamente”.
“A prescindere dal valore che ognuno di noi attribuisce alle ricorrenze istituzionali – ha detto il sindaco Merolla – credo sia giusto ricordare sempre la sofferenza dei nostri padri per quanto hanno sopportato e patito affinché oggi si possa vivere in una nazione libera e democratica. Ma anche, e soprattutto, perché che ci sia unità d’intenti, seppure con visioni diverse, affinché i principi di libertà e democrazia siano sempre al primo posto nella scala di valori di ognuno di noi”.
Quindi si è passati alla consegna dei riconoscimenti iniziando con Anna Martini, la figlia che all’età di due anni fu salvata dal sacrificio del papà Umberto.
Umberto Martini, classe 1911, venne mandato in Sicilia presso il reparto Artiglieria Contraerea. Durante le operazioni belliche si ammalò e tornò a Cisterna per una breve convalescenza. Il 25 novembre, mentre era nella sua abitazione in Piazza Savoia, riconosciuto il rombo dei caccia bombardieri, convinse la famiglia a cercare riparo nel rifugio di Palazzo Caetani. Durante il tragitto, per salvare la piccola Anna, si gettò sul corpo di lei riparandola dalle schegge della prima bomba lanciata su Cisterna. Dopo due giorni di agonia Umberto spirò.
Quindi il riconoscimento per Serafino Beltrami, purtroppo deceduto lo scorso 6 aprile, è stato consegnato nelle mani della moglie Natalina Napoleoni.
Serafino Beltrami, classe 1924, idraulico, fu soldato di leva nell’artiglieria corazzata e, dopo l’armistizio, fu fatto prigioniero dai tedeschi che lo internarono nel campo di Maosh-Stammlage XI B. Affrontò anni di duro lavoro, stenti, freddo e fame che lo fecero ammalare. Fu liberato nel 1945 dagli inglesi che lo portarono nel campo di smistamento di Hannover e poi il ritorno in Italia. Nel 2010 viene insignito dal Presidente della Repubblica della “Medaglia d’Onore ai Cittadini Italiani deportati e internati nei lager nazisti”.
Con grande emozione, Attilio Mancini ha ricevuto il Premio Cisterna per le sofferenze patite nei campi di concentramento in Polonia e Germania dove fu internato all’indomani del 9 settembre del 1943. Durante la prigionia, i tedeschi lo impiegarono in una industria tedesca che produceva sommergibili e carri armati. E’ stato liberato nel 1945 dalle truppe alleate così da poter fare ritorno in Italia il 16 giugno 1945. Lo scorso gennaio è stato insignito dal Presidente della Repubblica della “Medaglia d’Onore ai Cittadini Italiani deportati e internati nei lager nazisti”.
Infine Arturo Cirilli, classe 1921, maestro elementare, la cui figlia Lia ha ricordato i difficili momenti nei campi di concentramento in Germania. Si salvò perché, avendo imparato rapidamente i fondamenti della lingua tedesca, si propose per i lavori agricoli venendo così affidato ai gestori di una fattoria presso i quali rimase fino alla fine della guerra. Anche lui lo scorso gennaio è stato insignito dal Presidente della Repubblica della “Medaglia d’Onore ai Cittadini Italiani deportati e internati nei lager nazisti”.
Ha concluso la cerimonia la proposta di ricordare tutti i caduti cisternesi, anche a seguito di incidenti connessi con gli eventi bellici, riportando i loro nomi, oltre 450, in una stele da installare all’interno delle grotte di Palazzo Caetani.