
E’ arrivato alla fine. Il processo Spartacus I si è chiuso ieri presso il tribunale di Santa Maria Capua Vetere con dieci ergastoli.
Il collegio giudicante della corte di Assise del palazzo di giustizia sammaritano si è pronunciato condannando al carcere a vita Giuseppe Diana detto Cuoll e’papera, Antonio Iovine O’ninno, Aniello Bidognetti (figlio del boss Francesco), Enrico Martinelli, Cipriano D’Alessandro, Mario Schiavone, Nicola Caterino detto O’cecato, Giancarlo Di Sarno e Alfredo Zara, mentre ha comminato quindici anni e sei mesi ai collaboratori di giustizia Dario De Simone e Franco Di Bona, mentre 14 anni di reclusione e’ la pena data a Luigi Diana.
Il clan di Casal di Principe, capace tra la fine degli anni ottanta e i primi anni novanta di ramificarsi in tutta Italia, e stabilirsi con una sua appendice nel basso Lazio ha subito una altro duro colpo. Poco più di cinque anni fa la guardia di Finanza di Mondragone aveva, infatti, individuato tra le sedi delle attività imprenditoriali di Giuseppe Diana, anche Minturno. A Minturno gli investigatori hanno trovato e sottoposto a sequestro uno degli undici punti vendita del gas per uso domestico di Diana. In quell’occasione i sigilli furono apposti anche a due stabilimenti del gas, 6 terreni e 4 fabbricati, situati tra Mondragone, Grazzanise, Vitulazio, Santa Maria Capua Vetere, Camigliano, Cellole e Piana di Monteverna, Cervinara, ma anche a Marina di Minturno e nel frusinate.
Il Golfo di Gaeta ha sofferto per anni della presenza dei casalesi. Tanto che anche Dario De Simone, oggi collaboratore di giustizia, insieme al più noto Michele Zagaria detto Capastorta e arrestato solo due anni fa, si erano resi autori il 22 luglio del 1988 nel territorio di Gaeta nei pressi della spiaggia dell’Ariana dell’agguato nel quale fu ucciso crivellato di colpi Pasquale Piccolo.
E Zagaria per quell’omicidio e per l’omicidio di Giovanni Santonicola – trovato carbonizzato il 9 settembre del 1990 nel territorio di Santi Cosma e Damiano – fu condannato dalla Corte d’Assise del Tribunale di Latina all’ergastolo. Un processo nel quale anche Ettore Mendico, subì eguale sorte: la condanna al carcere a vita, ma per l’uccisione di Rosario Cunto avvenuto nelle campagne di Spigno Saturnia il 27 aprile del 1990.