A SEZZE, "LE MISSIONI ALL'ESTERO DELLE FORZE ARMATE ITALIANE"

Il 12 aprile presso l’ISISS Pacifici e De Magistris di Sezze si è tenuto il convegno: “Le missioni all’estero dell’esercito italiano” organizzato dall’Associazione Culturale CON-TATTO.

“Prima di tutto – ha detto il presidente dell’associazione Culturale CON-TATTO Lidano Lucidi – voglio ringraziare l’Istituto Superiore di Sezze che ci ha dato ospitalità e si è subito prodigato per la buona riuscita dell’evento, il generale Vito Di Ventura con cui ho potuto curare nei dettagli il convegno, lo Stato Maggiore della Difesa e l’Esercito che hanno da subito approvato il nostro progetto, il Comando dei Carabinieri di Sezze che sono intervenuti alla manifestazione aiutandoci anche nell’accoglienza degli ospiti. Il progetto nasce perché troppo spesso si parla delle missioni all’estero solo quando muore un soldato, o per il succedersi di fatti particolarmente cruenti come gli attentati ai civili. Abbiamo sentito il dovere di capire fino in fondo cosa c’è dietro una missione all’estero, non solo in termini organizzativi, ma anche in termini di interventi umanitari. Dietro le missioni ci sono storie di guerra, di famiglie lacerate dall’odio etnico o religioso, interi popoli che hanno poco nulla da mangiare, che vivono in condizioni di vita precarie. Abbiamo potuto ascoltare delle testimonianze dirette, come quella della giornalista Ebe Pierini, o dei militari, come il generale Di Ventura, il capitano di Vascello Raffaele Rodriguez, il maggiore dei Carabinieri Francesco Maretto, il capitano Alberto Strina del CIMIC. Dietro queste missioni non c’è solo un fucile, c’è anche impegno per migliorare la vita di altri popoli in un contesto internazionale che vede l’Italia apprezzata e rispettata. Abbiamo ritenuto importante portare queste esperienze nelle scuole proprio perché gli studenti sono il futuro di questo paese, il seme dell’Italia che verrà. Ma per poter farsi un’idea è giusto capire, ascoltare chi in quei teatri di guerra c’è stato. Parlare per sentito dire, o per luoghi comuni, è quanto di più deleterio ci possa essere. Personalmente poi mi ha fatto molto piacere ascoltare che gli italiani sono molto apprezzati dalle popolazioni locali per la generosità messa in campo, per il modo di porsi e di operare, quell’italianità di cui dovremmo andare fieri. L’augurio è di aver lasciato nei ragazzi della scuola una traccia del mondo che va oltre il paese in cui viviamo”.