“Siamo giunti al Venerdi Santo e ancora non si è provveduto a portar via le frasche restanti del mucchio depositatovi per l’evento dei falò di San Giuseppe”. La protesta, che parte dagli inquilini delle abitazioni circostanti e da quanti apprezzano le qualità ricettive dello spazio verde in località Lago, alla confluenza delle vie Enrico Toti e Nazario Sauro, viene ufficializzata da Benedetto Meroli, strenuo sostenitore della destinazione ad area verde “dell’unico polmone ossigenante rimasto nel centro del paese”. Sono infatti note le battaglie del Meroli per far sopprimere l’usanza di accendere il falò del 19 marzo in quell’area, “in quanto provocava un innegabile danno all’intero fazzoletto verde” dove gli alberi che stanno registrando una sistematica crescita sono stati piantati dallo stesso portavoce della protesta, il quale porta avanti anche una quotidiana lotta contro quanti lasciano liberi i loro cani di sporcare con i loro escrementi e le loro deiezioni l’intera area. “Non perseguo alcuno scopo di visibilità –commenta ancora Meroli- e le mie battaglie sono protese a dare dignità ricettiva all’area. Mi opposi all’ammasso di frasche in occasione dei falò. Mi risposero che quel luogo serviva solo come deposito smistante verso altri fuochi e che sarebbe tornato integro nella sua verdeggiante distesa. Già qualcuno ha acceso un fuoco approfittando della presenza delle frasche. Il mucchio del fasciame sta attirando cani e gatti che vi lasciano i loro depositi fisiologici. Ecco perché torno a sollecitare tramite l’informazione i responsabili comunali affinchè provvedano a bonificare l’area Lago”.
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