LA SALUTE E' UN DIRITTO, LETTERA DI VENTIDUE MEDICI PONTINI AI VERTICI DEL 118 ARES

ambulanzaCon una lettera circostanza ai vertici del 118 Ares provinciale e regionale,  direttore della C.O. 118 ARES di Latina Paolo Viola, direttore Sanitario 118 ARES LAZIO, Rossella Carucci, direttore generale 118 ARES LAZIO, Antonio De Santis, ventidue medici chiedono che l’articolo 32 della Costituzione, “La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e nel rispetto della collettività…”, sia rispettato.

La missiva che riportiamo integralmente è indirizzata inoltre al Prefetto della città di Latina Antonio D’Acunto, al presidente dell’Ordine dei Medici della Provincia di Latina Giovanni Maria Righetti, al presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti per il tramite del segretario di gabinetto Tita Gerardo, al sindaco del Comune di Latina, Giovanni Di Giorgi, all’Assessore alle politiche sociali del Comune di Latina, Patrizia Fanti, al direttore del DEA I livello PO CENTRO di Latina “Santa Maria Goretti”, Mario Mellacina, al direttore del DEA I livello del PO SUD di Formia “Dono Svizzero”, E.Mirante.


“Alla luce dei recenti cambiamenti proposti dalla dirigenza dell’Azienda Regionale Emergenza Sanitaria-118 in tema di riordino del servizio, noi medici attualmente operanti sui Mezzi di Soccorso Avanzato della città di Latina, ci sentiamo in DOVERE di rendere manifeste le nostre perplessità riguardo le inaspettate  evoluzioni da cui noi, che siamo i principali attori, siamo stati esclusi.

Riteniamo opportuno, prima di qualsiasi altra cosa, citare i riferimenti normativi in materia di Servizio di Emergenza Territoriale-118 che rappresenta “un servizio pubblico essenziale dello Stato ad elevato impatto sociale e rientra nei Livelli Essenziali di Assistenza (LEA, 23 aprile 2008, capo III, art. n°3).

Come specificato nel Manuale di Medicina di Emergenza e Pronto Soccorso di Balzanelli – Gullo, III edizione <Il legislatore specifica chiaramente nei LEA che il Sistema di Emergenza Territoriale 118 deve assicurare a tutti i cittadini interventi di soccorso avanzato esterni ai presidi ospedalieri (LEA 2008, Capo III, art.n° 7 – “ Nell’ambito dell’attività di emergenza sanitaria territoriale sono assicurati in particolare: interventi di assistenza e di soccorso avanzato esterno al presidio ospedaliero, con mezzo attrezzato secondo la vigente normativa), e non interventi di base, prevedendo, pertanto, obbligo giuridico della necessità di implementazione nelle varie regioni di modelli di Sistema 118 ad elevato indice di medicalizzazione ed infermierizzazione in grado di assicurare, realmente, e non solo sulla carta, secondo effettiva, improvvisa necessità clinica, e decodificata tempestività dell’intervento di soccorso nel territorio di competenza di ciascuna Centrale Operativa, prestazioni di soccorso avanzate… Si ritiene indispensabile che l’indice di medicalizzazione delle postazioni del SET-118 debba essere calcolato, pianificato, deliberato, in ambito regionale, rispondendo alla necessità organizzativa primaria di garantire al cittadino utente in potenziale/evidente pericolo di vita lo standard di qualità di essere assistito, nei tempi massimi consentiti,…stimati essere al massimo 8 minuti dalla chiamata in area urbana…e al massimo di 20 minuti dalla chiamata in area extraurbana, da figura professionale medica dedicata, atteso il valore insostituibile, e non vicariabile, di assoluto valore prognostico quoad vitam e quoad valetudinem, proprio in emergenza, dell’atto medico di diagnosi e di terapia avanzata e mirata sullo specifico problema presentato dal paziente…>.

Su questo argomento si è espressa anche la Società Italiana di Medicina di Emergenza-Urgenza nel suo ultimo trattato pubblicato nel 2011 che chiarisce che il medico sui mezzi di soccorso territoriale è garante della correttezza diagnostica e della stabilizzazione del paziente, oltre che della scelta del luogo di cura più adatto (non necessariamente il più vicino) verso il quale accompagnare il paziente.

Quanto esposto viene completamente disatteso dalla proposta di riorganizzazione del servizio di Emergenza Sanitaria Territoriale 118 della Provincia di Latina che prevede la presenza di un solo medico in servizio in un’area territoriale che va da Aprilia a Terracina e per una popolazione di circa 260.000 abitanti, lasciando ai Mezzi di Soccorso di Base, composti da autista, barelliere e infermiere la responsabilità di gestire pazienti ad elevata criticità. Allo stato dell’arte, peraltro, gli infermieri non dispongono di addestramento e protocolli operativi adeguati alla gestione “avanzata” delle vie aeree e a somministrare farmaci ed eseguire manovre salvavita.

In tema di valutazione dell’adeguatezza del servizio l’indice di qualità deve tenere conto della Mortalità e della percentuale di accessi incongrui al Pronto Soccorso. I dati in nostro possesso, evinti da una dettagliata analisi delle Schede di Soccorso del 118 della Città di Latina, evidenziano una riduzione dell’indice di mortalità nel periodo 2010 – 2012 pari al 50% (25% nel 2010 vs 12% nel 2012).

Tale risultato deve essere ricondotto alla gestione adeguata ed efficace da parte dell’equipaggio medicalizzato. A tal riguardo non si può prescindere dal sottolineare che i medici operanti sul territorio della Città di Latina hanno costruito a proprie spese un bagaglio tecnico e professionale fatto di formazione continua, senza alcun ausilio o sovvenzione dell’ARES 118, il tutto verificabile dai Curricula dei singoli medici operanti in convenzione ARES.

A dispetto di tale nostro impegno e dedizione, nonostante da tempo i vertici dell’ARES 118 abbiano deciso questa demedicalizzazione, nessuno dei soggetti pubblici e privati coinvolti ha ritenuto opportuno ed eticamente corretto discutere con chi sul territorio ci lavora da anni e conosce le reali esigenze del bacino d’utenza interessato, escludendoci senza preavviso e possibilità di replica.

Contrariamente a quanto potrebbe essere dedotto in maniera superficiale e semplicistica, il nostro non è un tentativo di conservare la nostra posizione di lavoratori precari; l’obiettivo è, altresì, quello di rendere pubbliche le probabili devastanti conseguenze a cui va incontro la popolazione di Aprilia, Latina e i suoi borghi, Sermoneta, Cori, Norma, Priverno e tutti i comuni limitrofi con la drastica riduzione dell’indice di medicalizzazione delle ambulanze che passerebbe da 1: 60.000 a 1: 260.000 abitanti; senza considerare l’alta probabilità di interventi in codice rosso non assistiti da equipaggi di soccorso avanzato per contemporaneità su un territorio così  vasto (Ministero della Salute, piano per il miglioramento del Servizio di Emergenza/Urgenza, 14 giugno 2005).

Imprescindibili sono, inoltre, le considerazioni inerenti alle ripercussioni economiche di tale riordino che risulta in netto contrasto con la politica della Spending Review, in quanto si vede lievitare di ben 4.000.000 di euro la spesa sanitaria prevista per l’Emergenza Sanitaria Territoriale e, come diretta conseguenza, aumenterà la spesa pubblica venendo a mancare quella funzione di “filtro” esercitata dal medico EST, finalizzata ad evitare gli accessi impropri e l’overcrowding (sovraffollamento) di un DEA di I LIVELLO, quale quello del presidio Ospedaliero Santa Maria Goretti di Latina che, già allo stato attuale, è impossibilitato, a causa delle risorse limitate nonché alla progressiva riduzione di posti letto nei vari reparti, a fronteggiare la richiesta di assistenza sanitaria della popolazione, esponendo pertanto i sanitari del Pronto Soccorso, già oberati, ad un carico di lavoro insostenibile e ad un ulteriore allungamento dei tempi di attesa.

Siamo pienamente consapevoli che il Sistema di Emergenza Sanitaria Territoriale 118 pontino vada riformato, ma ciò va attuato attraverso riorganizzazione dell’attuale servizio, l’internalizzazione del personale medico ed infermieristico, la conseguente stabilizzazione secondo le norme di legge e la formazione continua degli operatori (medici, infermieri e tecnici del soccorso) e, perché no, all’ottimizzazione delle risorse secondo il “modello toscano” che prevede l’utilizzo del medico e degli infermieri EST, durante i tempi “morti”, nella gestione dei codici di bassa gravità all’interno del Dipartimento di Emergenza, previa stesura di protocolli condivisi con le varie ASL.

E’ giunta ora che, anche nel Lazio, vengano messi da parte gli interessi privati, politici e/o economici che siano, a vantaggio di un Sistema di Emergenza Sanitaria extraospedaliera d’eccellenza che non discrimini alcun cittadino.

Da parte nostra non possiamo che garantire la disponibilità al confronto e al dialogo e confidiamo nella rettitudine delle Istituzioni al fine di salvaguardare il Diritto alla Salute del cittadino ed evitare dei cambiamenti che, oltre che irrazionali, risultino incostituzionali.

Questo documento è stato scritto e sottoscritto dai Medici del Servizio di Emergenza Sanitaria Territoriale attualmente operanti sul territorio della città di Latina:

Dott. Nicola Pagano

Dott.ssa  Elisabetta Masciullo

Dott.ssa Adele Longobardi

Dott. Giancarlo Amendolara

Dott. Arcangelo Maria Marsili

Dott. Paride Ferrazza

Dott. Pasquale Florio

Dott. Ivan Fruttero

Dott.ssa Chiara Santo

Dott.Andrea Sibaud

Dott.Ariel Gonzalez

Dott.Luciano Allegretti

Dott.Luigi Fusco

Dott. Ettore Cascone

Dott. Giovanni Malaspina

Dott. Calogero Calabrese

Dott.ssa Elena Caporali

Dott.Ferdinando Dello Vicario

Dott.Elio Pascuzzo

Dott.ssa Morajma Rojas

Dott. Luigi Gallina

Dott. Elio Calcagni