
I legali del Consorzio Intesa, aggiudicatario dell’appalto per la gestione quinquennale dell’asilo “Le Querce” di Formia, duecentomila euro lordi annui, dopo aver visto accolte le proprie ragioni dal Tar del Lazio, preparano ora un invito e una diffida verso il Comune di Formia perché provveda alla sottoscrizione del contratto.
E’ quanto è emerso dall’ incontro convocato ad hoc ieri dall’avvocato Christian Lombardi, legale anche della Le.Sa.Sca, la coop affidataria del servizio. Dopo la decisione del Tar del Lazio giunta nei giorni scorsi e che ha respinto il ricorso presentato dalla coop giunta seconda, per diciotto anni gestrice del servizio, ovvero la coop “Giardini d’Infanzia”, non ci sarebbero quindi ulteriori motivi ostativi perché il Comune non debba procedere: “Dal mio punto di vista – ha spiegato il legale – è abbastanza limpido e pacifico che sia stato respinto in toto il ricorso della coop ricorrente, peraltro, per quanto riguarda il Tar, anche entrando abbastanza, e puntualmente, nel merito delle censure della controparte”.
Proprio per questo, ha aggiunto l’avvocato amministrativista: “Abbiamo interesse che la cosa si svolga nel modo più velocemente possibile e prepariamo l’atto di invito e diffida, affinché il Comune, valutate appieno le argomentazioni del Tar, provveda alla sottoscrizione del contratto nei confronti del Consorzio Intesa”.
Due, poi, le argomentazioni avanzate dall’avvocato Lombardi a meglio delineare la viceda: una propria sui passaggi che hanno portato all’aggiudicazione, l’altra nel merito della decisione del Tar.

Relativamente alla prima, il legale ha voluto evidenziare come la società da lui assistita, nel computo del punteggio relativo all’offerta tecnica, abbia subito un mero errore materiale della commissione di gara, pari a 0,45, nella parte dove si indicano i criteri di progetto complessivo. Inoltre, ha ribadito come la differenza reale nell’aggiudicazione finale sia stata fatta dall’offerta economica laddove il Consorzio Intesa ha offerto un ribasso del 4% (1% per la Giardini d’Infanzia, 0,5% per la Ludus, 3% per la Minerva).
Nel merito della sentenza del Tar, invece, non volendo, e potendo, entrare nell’indagine condotta dai Carabinieri della Compagnia di Formia per falso, abuso d’ufficio e turbativa d’asta, ha evidenziato come non sussista contraddittorietà in termini: “Il Tar si è basato solo sulle carte a disposizione e ha ritenuto che si potesse procedere”.
Sul presunto atto falso relativo alla costituzione societaria del Consorzio Intesa, ha precisato come questo sia di fatto superato dall’articolo 1399 del codice civile laddove ha effetto retroattivo. In buona sostanza Angela Ciardi sarebbe stata comunque sempre “a capo” del Consorzio Intesa, anche quando “impropriamente”, ha scritto il Tar, aveva firmato l’atto con cui consorziava la Le.Sa.Sca., in qualità di “amministratore unico” e non come “consigliere delegato”.
Una sentenza dunque che, al di là del puro giudizio amministrativo, entra di fatto nell’indagine penale. E forse proprio su questo vertono le riflessioni del Comune sulla prosecuzione dell’iter di affidamento.
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