
E’ una sentenza che farà discutere quella del Tar del Lazio sull’asilo nido “Le Querce” di Formia. A luglio, infatti, il Tar presieduto in collegio da Francesco Corsaro aveva accolto la sospensiva chiesta dalla coop Giardini d’Infanzia (28 luglio 2012) per l’affidamento della gestione quinquennale, duecentomila euro lordi l’anno, dell’asilo comunale di Formia alla Le.Sa.Sca. Sette mesi dopo, giusto l’altro ieri, lo stesso Tar ha sciolto quella sospensiva e respinto integralmente il ricorso, di fatto offrendo al Comune di Formia la possibilità di riprendere l’iter di affidamento laddove si era interrotto ovvero a maggio di un anno fa quando la coop Giardini d’Infanzia aveva impugnato l’affidamento definitivo, giunto irritualmente circa quattro mesi dopo quello provvisorio.
Già a seguito della sospensiva di luglio i consiglieri comunali del centrosinistra in un nota congiunta avevano chiesto l’annullamento della gara da parte del Comune con provvedimento di autotutela (29 luglio 2012). A destare più clamore pubblico era però stata la proprietà della coop, martedì rappresentata in giudizio dagli avvocati Christian Lombardi e Alfredo Zaza d’Aulisio. Le.Sa.Sca (27 luglio 2012), infatti, altro non è che l’acronimo delle fondatrici del sodalizio: Maria Teresa Leccese, moglie dell’avvocato Lombardi, la dottoressa Scafetta, figlia dell’ex dirigente alle attività produttive del Comune di Formia, Vittoria Sangermano, consorte dell’assessore all’ambiente della Provincia di Latina, consigliere comunale a Minturno e attuale candidato consigliere alla Regione Lazio, Gerardo Stefanelli. Che peraltro, all’epoca, si era affrettato a precisare come le quote della moglie fossero state messe in vendita (28 luglio 2012).

La decisione che però il Tar ha preso nei giorni scorsi ha di fatto cancellato ogni ombra sull’affidamento di quell’appalto. O così pare. Un nuovo ricorso da parte della coop soccombente, questa volta al Consiglio di Stato, è al vaglio degli avvocati difensori. A far pendere verso questa scelta, che di fatto rinvierebbe ancora l’affidamento, la decisione sulla base di cui il Tar ha fondato il respingimento.
La Giardini di Infanzia infatti, sosteneva che “la cooperativa La.Sa.Sca, indicata quale consorziata del Consorzio Intesa Cooperativa Sociale Onlus a r.l. e quale cooperativa esecutrice del servizio, in realtà facesse parte di detto consorzio in virtù di atti sociali viziati, se non addirittura nulli in quanto falsi”. Proprio per questo aveva chiesto “la sospensione del giudizio amministrativo avendo proposto querela di falso su documento rilevante ai fini della controversia”. Il Tar, invece, ha stabilito che, “ai sensi dell’art. 77 D.Lgs. 104/2010 (C.P.A.), la controversia può essere decisa indipendentemente dal documento del quale è dedotta la falsità e, quindi, rigetta l’istanza di sospensione del giudizio”.
E proprio qui la ragione del plausibile ricorso: nelle motivazioni offerte dal Tar a questa decisione, lo stesso Tribunale Amministrativo adduce proprio i documenti che la Coop ricorrente aveva indicato come, spiegano i giudici, “viziati se non addirittura nulli in quanto falsi”, di fatto creando una contraddizione in termini laddove sottolinea che “la controversia può essere decisa indipendentemente dal documento”. Chiarendo: delle due o l’una o l’altra.
Anche perché proprio quel documento, e l’intera assegnazione, sono al centro di un’indagine per falso, abuso d’ufficio e turbativa d’asta, condotta dai Carabinieri della Compagnia di Formia (26 luglio 2012) e non ancora conclusa. E tutto, salvo novità di altro rilievo, ritorna ora al Comune che in giudizio era rappresentato e difeso dall’avvocato Domenico Di Russo.