MORTA PER OVERDOSE MENTRE ERA AI DOMICILIARI, ASSOLTO 35ENNE DI FORMIA

*Il tribunale di Gaeta*
*Il tribunale di Gaeta*

Non fu l’oggi 35enne formiano Giorgio Foschi a cedere alla 26enne Elisabetta Forcina la dose mortale di eroina, successiva all’assunzione di cocaina, che la uccise nella sua abitazione, dove era ristretta ai domiciliari, all’alba del 22 luglio del 2007. Lo ha stabilito il giudice Carla Menichetti presso il Tribunale di Gaeta nell’ultima udienza a carico del 27enne, difeso dall’avvocato Michelangelo Fiorentino, accusato della morte della ragazza in conseguenza di cessione di stupefacenti.

Un’istruttoria lunga, ripetuta due volte su richiesta del giudice Rosanna Brancaccio, e che non ha chiarito in alcun modo i reali responsabili di quel drammatico decesso. Al termine della sua requisitoria, infatti, lo stesso pm Valerio De Luca aveva chiesto per il 35enne, al termine di una lunga ricostruzione dei fatti, l’assoluzione per mancanza di prove.


Tutta l’indagine a carico dell’uomo aveva preso avvio da un messaggio telefonico inviato dalla ragazza al 35enne la sera prima del decesso: “Se mi fai un favore, io lo faccio a te”. Di fatto, però, nonostante le intercettazioni ambientali e telefoniche cui fu sottoposto, sull’uomo non emerse mai alcun particolare utile all’accusa. Anzi, ha annotato il pm, le stesse dichiarazioni dei famigliari della ragazza rese in udienza e non costituitisi parte civile nel processo “sono risultate contradditorie”, risultando che “diverse persone, alcune coinvolte in giri di stupefacenti, hanno avuto la possibilità di incontrare la ragazza, cedendogli la dose mortale senza che per questo si sia individuato senza ombra di dubbio il responsabile”.

E ancora, ricordando la perizia del medico Maria Cristina Setacci: “La morte è avvenuta in conseguenza dell’assunzione di eroina per via endovenosa avvenuta intorno alle due del mattino del 22 luglio ma a quell’ora – ha aggiunto il pm – il Foschi era già andato via da tempo dall’abitazione della Forcina mentre era rientrato il fratello della giovane che dormiva nella sua stessa stanza. Stranamente non è stata rinvenuta la siringa utilizzata. Inoltre – ha detto ancora – le analisi raccontano che dopo essere uscita dal carcere, le assunzioni di stupefacente da parte della giovane non si erano mai interrotte”.

Impianto condiviso dalla difesa orchestrata dall’avvocato Fiorentino che ha però chiesto l’assoluzione perché il fatto non sussiste, tesi accolta dal giudice.

All’epoca Elisabetta Forcina era detenuta ai domiciliari in seguito a un’operazione condotta nel giugno del 2006 dai Carabinieri della Compagnia di Formia, denominata “Forcella Formiana”, che aveva smantellato una vasta rete di spaccio operante su tutto il territorio del basso Lazio.