Assolto dall’accusa di lesioni colpose. Si è concluso così, nella mattinata di oggi e dopo quattordici udienze, presso il Tribunale di Gaeta, di fronte al giudice Alessio Caperna, il processo a carico un medico, l’oggi 62enne Antonio G., già dirigente del pronto soccorso dell’Ospedale Dono Svizzero di Formia.
La vicenda prende il via il 19 marzo del 2004 quando, a seguito di un incidente stradale, un neonato di appena nove giorni di vita, viene trasportato all’ospedale Dono Svizzero. Dopo una prima visita, il responsabile del pronto soccorso dispone la consulenza pediatrica presso l’ospedale Mons. Di Liegro di Gaeta a seguito della quale il neonato viene dimesso.
Alcuni giorni dopo il neonato viene riportato dai genitori presso l’ospedale mons. Di Liegro dove gli viene erroneamente diagnosticata l’infrazione del bacino ladro destro, e immediatamente dopo a Roma al Bambin Gesù dove, invece, la diagnosi parla di infrazione femore sinistro.
A muovere l’accusa, sostenuta in aula dal pm Elisa Iorio, l’ipotesi che il responsabile del pronto soccorso formiano avesse dimesso il neonato con troppa fretta, senza effettuare esame radiologico, da cui il prolungamento della malattia di quattro giorni, con conseguente richiesta di condanna a 300 euro di multa. E della parte civile, avvocato Antonio Pota, a cinquantamila euro di provvisionale.
Difeso dall’avvocato Pasquale Di Gabriele, dopo aver ascoltato diversi medici del nosocomio di Formia, il CTP del PM prof. Marella, il CTP della difesa dott. Lauretti e due medici del Bambin Gesù di Roma, il legale ha invece dimostrato come nulla si potesse ascrivere al proprio assistito sostenendo, tra l’altro, come nel lasso di tempo tra il primo accesso all’ospedale e il ritorno quattro giorni dopo, potesse anche essere avvenuto un evento traumatico tale da portare alla frattura della metafisi distale, guarita poi con diciotto giorni di gesso. Dopo circa un’ora di camera di consiglio, il giudice ha deciso per l’assoluzione del medico.