Dopo gli equivoci in maggioranza sul project financing per la riqualificazione del cimitero di Gaeta, la vicenda continua a tenere banco ed è intervenuto il consigliere e capogruppo di Città Nuove Mimmo Caso a tentare di ridimensionare lo scontro. Le posizioni divergenti per l’adozione dello strumento dell’imprenditoria privata tra il sindaco Cosmo Mitrano e il consigliere Udc Giuseppe Matarazzo, non sono passate inosservate e il movimento progressista ha lanciato l’allarme su possibili accordi affaristici per il controllo dei lavori e della futura gestione. E il consigliere Caso ha risposto anche al gruppo di minoranza in Consiglio comunale.
“Tengo a precisare – afferma Caso – che nel programma elettorale, nella sezione ‘Riqualificazione urbana’ in merito all’area cimiteriale, abbiamo concordato di ‘Riqualificare l’area cimiteriale di Via Garibaldi con la costruzione della nuova Cappella di San Francesco. Programmare interventi per la ristrutturazione graduale delle altre cappelle. Ottimizzare i servizi cimiteriali per istituire un modello gestionale ed organizzativo che consenta di innalzare gli standard di qualità ed abbattere i costi per i cittadini’. Non c’è alcun riferimento specifico all’uso o al non uso dello strumento del project financing. E’ quindi un’ipotesi che giustamente va valutata come altre che possono essere individuate: ognuno può in questa fase esprimere il proprio parere, fa parte del gioco democratico, per poi prendere una decisione che sarà portata avanti con coerenza e coesione dalla maggioranza”.
Getta acqua sul fuoco l’esponente di Città Nuove, passando poi al contrattacco contro Raimondi e il suo gruppo in maniera trasversale accusandoli in primis di “populismo e interessi elettorali nella mancata approvazione del bilancio previsionale a pochi giorni dalle elezioni, quando sapevano di dover aumentare le tasse andando contro il consenso cittadino”.
Eppoi anche sulla vicenda Eni dove “nell’ultimo tavolo tecnico – prosegue Caso -, promosso dalla nostra amministrazione, è emerso che lo smantellamento avviato durante il mandato di Raimondi, non è stato accompagnato, come avrebbe dovuto, dalla definizione della perimetrazione, ma solo da una proposta di perimetrazione dell’area interessata. Mentre l’iter corretto vuole che essa venga prima ben definita per poi procedere al Piano Particolareggiato, relativo a ciò che si vuole realizzare nel sito smantellato, e quindi finalmente avviare la bonifica, che sarà diversa a seconda della destinazione dell’area. Ma evidentemente l’amministrazione Raimondi per puri scopi elettorali aveva premura di iniziare uno smantellamento in fretta e furia: doveva gettare fumo negli occhi degli elettori, che meno male non si sono lasciati ingannare. Lo smantellamento dell’area riprenderà più veloce di prima e nel rispetto pieno delle procedure. Il prossimo tavolo tecnico è previsto per gennaio”.
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