Bloccate tutte le operazioni di estumulazione nel cimitero borbonico di Gaeta. Domenica mattina i carabinieri della compagnia di Gaeta sono intervenuti all’interno del camposanto di via Garibaldi per apporre i sigilli ad alcune baracche in lamiera di pochi metri quadrati, dove da tempo si effettuava il recupero dei resti delle salme sepolte in terra o nei loculi murari. A far scattare i militari agli ordini del capitano Danielle Puppin la rimozione “sospetta” da parte degli operai del Comune di una bara dalla cappella di Porto Salvo. Strano infatti che queste attività venissero svolte in un giorno festivo, in assenza soprattutto dell’autorizzazione da parte del dirigente al settore. Per questo motivo anche il feretro della donna, che giaceva nel loculo da oltre dieci anni, è stato sequestrato. Ricomposta da una ditta di onoranze funebri, la salma è stata trasferita all’obitorio del presidio sanitario ospedaliero Di Liegro di Gaeta a disposizione dell’autorità giudiziaria. A detta del sindaco Cosmo Mitrano, in previsione di tre funerali, i dipendenti comunali stavano anticipando il lavoro di lunedì per evitare che ci fossero attese nelle tumulazioni. Una problematica mai risolta quella della camera mortuaria nel cimitero di Gaeta. Il trattamento delle salme, come è stato riscontrato, avveniva in capanni di lamiera in condizioni igienico sanitarie davvero precarie. Il primo cittadino sta ora pensando di far installare un prefabbricato per evitare che il camposanto vada in tilt. Vero è che l’amministrazione Mitrano ha ereditato una situazione vergognosa. Ma resta altrettanto vergognoso che si trovi una soluzione tampone soltanto dopo l’interessamento della magistratura.
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