Nel tardo pomeriggio di ieri la pattuglia in servizio di vigilanza stradale della Sezione ha operato sulla S. P. “Setina degli Archi”, in comune di Sezze (LT), il controllo di un autocarro adibito al trasporto di animali di proprietà di un commerciante di bestiame M. A., classe 1969, originario di S. Antonio Abate (NA) a bordo del quale, nascosto da una lamiera, vi era un bovino adulto in stato di particolare sofferenza intrappolato nel più lontano angolo del vano di carico del veicolo. Rimuovendo la predetta paratia, si accertava che il bovino, non in grado di assumere posizione quadrupedale, presentava chiare lesioni agli arti anteriori, mentre quelli posteriori risultavano legati tra di loro con una corda di canapa. Si riscontrava altresì un anomalo gonfiore della parte posteriore del ventre. In effetti il bovino era una mucca in avanzato stato di gravidanza il cui vitellino avrebbe dovuto nascere già diverse ore prima. Con l’intervento del competente servizio veterinario della ASL si conferiva immediatamente il bovino, illecitamente trasportato (la legge infatti vieta il trasporto degli animali gravidi oltre il 90% del periodo di gestazione), nel mattatoio più vicino con sede in Sabaudia sulla S. R. 148 Pontina, ciò per evitare ulteriori inutili sofferenze all’animale rimandando altresì ulteriori accertamenti al personale Sanitario preposto e presente in loco. Si precisa che dalle successive operazioni di accertamento, effettuate alla presenza del personale operante, il sanitario dello stesso Dipartimento di Prevenzione constatava l’avanzato stato di gravidanza dell’animale, tale che era già tardivo il parto. Ciò considerato, al fine di salvaguardare la vita del nascituro, si adoperava tempestivamente all’estrazione e successivo tentativo di rianimazione del vitello, ma malgrado tali operazioni eseguite d’urgenza lo stesso decedeva. Per diversi reati, tra cui quello di maltrattamento di animali recentemente introdotto nel codice penale dalla L. 189/2004, venivano quindi denunciati in concorso tra loro i diversi soggetti coinvolti nella vicenda tra cui l’allevatore, R. A., titolare di una azienda agricola di Roccagorga (LT). Rimangono in corso gli accertamenti sulla vicenda che riverbera i suoi effetti sulla qualità degli alimenti che finiscono sulla tavola delle famiglie in ordine all’illecito acquisto e destinazione alla macellazione di bovini trattati con antibiotici e altri preparati chimici.
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