INCIDENTE SUL LAVORO A FORMIA: NUOVI SVILUPPI

Non sono tardati ad arrivare clamorosi sviluppi giudiziari relativamente all’incidente sul lavoro in cui ieri pomeriggio ha perso la vita in una traversa di via Palazzo Condotto a Formia Vincenzo Capasso, l’operaio di 51 anni originario di Secondigliano caduto da un’altezza di 15 metri mentre smontava l’impalcatura che dallo scorso marzo era servita per effettuare i lavori di manutenzione, ordinaria e straordinaria, commissionati dall’amministratrice condominiale del palazzo “Palmaccio”. Il magistrato titolare delle indagini, il sostituto procuratore Cristina Pigozzo, dopo una prima informativa inviata dal commissariato di Polizia e dal dipartimento sicurezza luoghi di lavoro dell’Asl di Latina ha iscritto sul registro degli indagati, con le ipotesi di concorso in omicidio colposo, i nomi del titolare della ditta, la “GmG” di Quarto, per la quale lavorava Capasso dal 15 ottobre scorso, e del tecnico progettista e responsabile della sicurezza del cantiere, il consigliere comunale del Pdl di Formia Erasmo Picano. Il suo legale, l’avvocato Mattia Aprea, si è detto pronto a ribadire l’estraneità del suo assistito in questa tragedia: Picano avrebbe ottemperato tutti gli obblighi di legge in materia di prevenzione e sicurezza e lo avrebbe suffragato qualche giorno fa un sopralluogo dei tecnici dell’Asl. Ma come e perché è morto Capasso? L’uomo aveva un disperato bisogno di lavorare per affrontare le spese della recente separazione e mantenere il figlio di 20 anni nato dal matrimonio che da qualche mese aveva conosciuto il suo epilogo. Quanto realmente si è verificato lo stanno accertando gli agenti della polizia scientifica del commissariato di Formia che, agli ordini del vice-questore Paolo Di Francia, che hanno raccolto due particolari. L’uomo intorno a mezzogiorno non si era sentito bene preferendo rimanere ugualmente nel cantiere di via Palazzo Condotto. Dopo aver consumato il pranzo si sarebbe esposto talmente tanto al punto da perdere, con il peso dei tubolari che aveva tra le mani, l’equilibrio. Gli inquirenti vogliono appurare inoltre se la vittima indossasse il casco protettivo e avesse ancorata o meno la cintura di sicurezza. Di quest’ultima se ne era liberata perchè, a causa del caldo, gli condizionava i movimenti all’altezza del quinto piano del palazzo che nel frattempo è stato posto sotto sequestro. E se Vincenzo Capasso fosse stato colpito da un improvviso malore? Anche questo aspetto dovrà accertarlo nel pomeriggio il dottor Saverio Potenza, il medico legale incaricato dal pm Pigozzo per svolgere l’autopsia presso l’obitorio del cimitero di Castagneto