Il Comune di Latina ha preso parte alla riunione, tenutasi questa mattina a Roma, della Consulta delle Città del Mare, di cui è rappresentate il Sindaco Giovanni Di Giorgi su delega dell’Anci nazionale. A rappresentare il Comune di Latina nella riunione di oggi è stato l’assessore comunale Giuseppe Di Rubbo, che è intervenuto sul tema all’ordine del giorno relativo alle concessioni demaniali marittime con finalità turistico-ricreative in relazione all’applicazione della tema della cosiddetta Direttiva Bolkestein, cioè la nota disposizione emanata dalla Commissione Europea che prevede la scadenza al 2015 di tutte le concessioni balneari e la messa a gara, circostanza che non tutelerebbe gli investimenti effettuati negli anni dagli operatori del settore. Presenti, tra gli altri, anche i rappresentanti delle organizzazioni sindacali degli operatori si settore: Assobalneari Italia, Cna, Fiba e Sib.
Nel corso della riunione è stato concordato di avviare tutte le attività necessarie per sostenere le circa 30mila imprese italiane operanti nel settore balneare, che si vedono calare dall’alto questa direttiva.
E’ stato, quindi, esaminato il decreto attuativo della Direttiva europea, conseguente alla delega conferita al Ministro, che prevede un indennizzo per le attività già operanti ma che contribuisce a creare incertezze per il futuro degli operatori del settore turistico.
“Come Comune di Latina, insieme ad altri Comuni – ha detto l’assessore Di Rubbo – abbiamo sottolineato la necessità di armonizzare e riordinare la materia della disciplina di utilizzo del demanio marittimo per le attività turistico-ricreative, in modo da favorire la possibilità di investimenti anche strutturali per le aziende”.
La Consulta ha stabilito di predisporre un documento unitario che preveda:
1) un confronto e dialogo partecipato da parte degli enti locali e delle associazioni degli operatori interessati;
2) la modifica sostanziale all’ipotesi di decreto legislativo, tenendo conto delle peculiarità dell’offerta turistica legata alla balneazione nel nostro Paese;
3) il riordino della normativa in materia per offrire certezze giuridiche che favoriscano investimenti duraturi e strutturali;
4) coinvolgimento degli enti e delle associazioni dei Comuni spagnoli per creare sinergie da sottoporre alla Commissione Europea.
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