Agli agenti del commissariato di Polizia si è subito difeso di essere un disoccupato ma che lunedì avrebbe cominciato a lavorare in una ditta di autotrasporti. Di certo aveva utilizzato parte di un deposito di famiglia, la sartoria della madre, per avviare una lucruosa attività di coltivazione e produzione di cinque piante di marijuana, naturalmente destinata allo spaccio, insieme a 10 granni di hashish. Con queste pesanti imputazioni gli uomini del Vice-questore Paolo Di Francia hanno arrestato Antonio C., un giovane di 26 anni di Formia. Da qualche tempo si era trasferito, per vivere da solo, in un capannone di famiglia in via Giafusco, nella frazione collinare di Trivio. L’attività investigativa della Polizia, insieme al fiuto di Wanda, un bellissimo esemplare di pastore tedesco della Guardia di Finanza, ha fatto il resto. Che fosse stata avviata a Trivio una fiorente attività di produzione di “erba” gli inquirenti se ne rendevano conto quando l’unità cinofila delle Fiamme Gialle rinveniva, occultato dietro un’intercapedine ubicato tra una parete ed un mobile libreria, un box adibito alla coltivazione di piantine di marijuana. All’interno del box vi erano custodite, in piena fioritura, cinque piantine, di cui una alta circa 40 centimetri, una scatola di cartone sagomata predisposta per l’essiccazione delle foglie di cannabis. Dentro lo stanzone venivano rinvenute anche delle bustine al cui interno vi erano alcuni grammi di hashish, foglie essicate di marijuana e 30 semi di cannabis, oltre che un bilancino di precisione, alcune bustine in cellophane con chiusura a pressione ed utensili utilizzabili per sminuzzare la marijuana e pipette per l’aspirazione dell’hashish. Il Sostituto Procuratore Marco Giancristofaro disponeva l’arresto il giovane che, difeso dall’avvocato Luca Scipione, si trova nel carcere di Latina in attesa dell’Udienza di Convalida del Gip del Tribunale. Le indagini proseguono per accertare eventuali complici del 26enne e individuare i suoi fornitori e i suoi clienti.
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