COLDIRETTI LATINA: DALL’ASSEMBLEA NAZIONALE LA STRADA DA SEGUIRE PER IL RILANCIO ANCHE DELL’AGRICOLTURA PONTINA.

Coldiretti Latina, con una folta e qualificata delegazione, ha preso parte a Roma, nei giorni scorsi, all’assemblea nazionale che si è svolta presso il Palalottomatica all’Eur. Moltissimi gli spunti che ha offerto la relazione del presidente nazionale Sergio Marini che hanno permesso al direttore della sede pontina, Saverio Viola, e al presidente, Carlo Crocetti, di ribadire gli impegni dell’organizzazione anche in provincia di Latina. Coldiretti ha un progetto che sta portando avanti con coerenza e vigore – spiega Viola – e con la forza autorevole riesce a calarlo nei territori evidenziando, ovviamente, le criticità delle imprese. Rappresentiamo un’idea di crescita e di sviluppo completamente diversa da quella dominante nel Paese. La nostra agricoltura è quella del buon cibo e dell’agroalimentare di certa provenienza che sa incontrare i bisogni profondi dei consumatori. Anche il nostro territorio ha delle opportunità, un modello di sviluppo compatibile con la salvaguardia di un capitale umano e sociale unico e su in questa direzione lavoriamo con le nostre imprese ed i nostri soci”. Tra le cose negative nel settore Coldiretti Latina punta il dito, ancora una volta, contro la burocrazia. “Gli adempimenti burocratici inutili tolgono
all’attività di impresa vera 100 giorni l’anno. Rimarca il presidente della Coldiretti Crocetti. Il vero vantaggio di una spending review “possibile” – ha sottolineato Marini – non è solo nel taglio del personale pubblico che sarà difficile per il costo sociale che ne deriverebbe ma nel recupero di almeno 100 giornate di lavoro all’anno che gli imprenditori perdono per stare dietro alle carte. Non vanno certo eliminati quegli adempimenti che garantiscono la sicurezza alimentare ed ambientale che qualificano il nostro Made in Italy ma non c’è dubbio che troppo spesso – ha concluso Crocetti – la burocrazia si inventa pratiche per giustificare se stessa. Basterebbe ridimensionare questa micidiale spinta creativa per recuperare qualche punto di Pil.
L’agricoltura che rappresentiamo – ha detto in conclusione Viola – è fatta di dialogo diretto con la società attraverso la vendita diretta e di risposte concrete alle sue scelte di consumo sempre più consapevoli, racconta che si può generare nuova economia e nuova occupazione arricchendo nel contempo la comunità, garantendo la nostra gente prima come cittadini e poi come consumatori.