“Trovati un’altra sistemazione ma qui non ti vogliamo più”. Con un mix di disperazione e di rabbia la moglie e gli undici figli hanno accolto nel pomeriggio Antonio Nenna, l’anziano di 78 anni di Formia che l’altra sera aveva sparato un colpo di fucile nei confronti del figlio Alessandro, autotrasportatore di 43 anni. In località Ciriano, a metà strada tra le frazioni formiane di Trivio e Castellonorato, questa sera è stata inscenata una sorta di sommossa popolare quando è spuntato dalla via Rotabile il cellulare della Polizia Penitenziaria di Latina.
Accompagnava a casa Nenna ma i suoi familiari, forse stanchi di subire negli ultimi vessazioni e maltrattamenti di ogni natura, sono stati molto chiari: te ne puoi tornare in carcere, solo lì potrai capire i tanti torti che ci hai provocato. Imbarazzati al punto giusto, gli agenti della Polizia Penitenziaria hanno contattato il magistrato di turno e lo hanno dovuto riportare in via Aspromonte. Questa mattina, difeso dall’avvocatessa Gigliola Turrini, il Gip del Tribunale di Latina Matilde Campoli, nonostante il parere contrario del sostituto procuratore Giuseppe Miliano, gli aveva concesso i domiciliari per gli evidenti limiti di età.
L’uomo l’altra sera l’aveva fatta grossa, al termine dell’ennesima lite aveva tentato di uccidere il figlio con un colpo di fucile, regolarmente detenuto, un Berretta monocanna calibro 20. Le lamentele delle badanti che negli ultimi mesi, a turno, si erano occupate di lui e della moglie gravemente ammalata gli avevano provocato un raptus di follia che solo per una mera e fortunosa casualità non ha conosciuto un epilogo tragico. Nenna era stato arrestato per tentato omicidio e minacce a pubblico ufficiale ma i suoi familiari, attraverso l’avvocato Pasquale Cardillo Cupo, hanno ritenuto il provvedimento del Gip quanto meno singolare perché quel colpo di fucile sparato l’altra sera ha rappresentato solo la punta di un iceberg di una situazione familiare eufemisticamente molto difficile.
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