LATINA, CLAN DEI DI SILVIO: SORVEGLIANZA E CONFISCA DELLA CASA A DI SILVIO FERDINANDO DETTO “GIANNI”

In questi giorni, gli uomini dell’Ufficio misure di prevenzione patrimoniali della Divisione Anticrimine della Questura di Latina sono impegnati a dare esecuzione a un nuovo decreto del Tribunale di Latina in pregiudizio di un appartenente del Clan dei “Di Silvio”.

Questa volta è toccato a Di Silvio Ferdinando detto “Gianni” , attualmente in carcere, perchè arrestato dalla Squadra Mobile  nell’ambito dell’operazione denominata “Andromeda”. Di lui, nel marzo scorso si sono, per l’ennesima volta, occupate le cronache locali per  l’esplosione  di un ordigno rudimentale nei pressi della mercedes della compagna, parcheggiata sotto casa .


Sul suo conto il Collegio Penale ha  decretato l’applicazione della misura di prevenzione della sorveglianza speciale di Pubblica Sicurezza per anni tre, con l’obbligo di soggiorno, corroborando il provvedimento con una serie di prescrizioni che avranno lo scopo di rendere più fattivo e concreto il controllo delle istituzioni.

Nel contempo, i giudici hanno confermato il sequestro operato nel febbraio 2011 ordinando la confisca dell’abitazione sita in Latina, il cui valore è di  circa 200 mila euro, imponendo al sorvegliato anche  il pagamento di una cauzione in favore della cassa delle ammende di 700 euro.

Di Silvio Ferdinando annovera numerosi segnalazioni, fin dal 1992, per gravi reati quali l’estorsione, falsi, violazione leggi sugli stupefacenti, usura, nell’ottobre 2010 tratto in arresto dalla Squadra Mobile della Questura di Latina per aver costituito con altri soggetti un’associazione a delinquere finalizzata alla commissione di una serie indeterminata di reati in materia di detenzione, porto e cessione illegale di più armi da sparo, di usura, estorsione, omicidi, tentati omicidi, lesioni, incendi.

Nella valutazione della documentazione messa a disposizione della A.G., i magistrati, condividendo le argomentazioni della proposta, hanno formulato a carico del proposto un giudizio probabilistico di «attuale pericolosità sociale» ritenendolo  «stabilmente dedito a traffici delittuosi che rappresentano la sua unica fonte di sostentamento».