Sopprimere la compagnia della Guardia di Finanza di Fondi e ripartire il pur efficientissimo personale tra i comandi di stanza a Formia e a Terracina. E’ la proposta di molti Fondani nell’ambito dell’iniziativa “Spending review”. L’idea non nasce – hanno fatto notare alcuni di loro – dal giudizio negativo sull’operato degli organici e dei dirigenti. Anzi, a proposito del loro comportamento, c’è un unanime giudizio più che positivo. La proposta scaturisce da alcune elementari considerazioni che risultano estremamente in sintonia con lo spirito dell’operazione messa in cantiere dal governo Monti.
La sopravvivenza della compagnia di via Terruto comporta, secondo i calcoli di osservatori abbastanza competenti, la spesa di ben 500.000 euro all’anno, dei quali solo 60.000 di fitto da corrispondere al proprietario dello stabile che ospita i militari delle Fiamme Gialle. Le spese – per i non addetti ai lavori – maturano, poi, per una serie di fattori: materiale elettrotecnico e informatico, auto, suppellettili e arredo uffici, telefono, luce, acqua, manutenzione stabile e quant’altro connesso, come, ad esempio, apertura porte elettriche e altre voci che fanno cumulare il totale di cui sopra.
Per tenere in funzione i comandi di Formia e di Terracina, invece, la Guardia di Finanza non deve corrispondere a privati l’onere dell’affitto, trattandosi di stabili facenti parte del patrimonio statale. La relativa vicinanza dei due centri dalla Piana non penalizzerebbe l’efficienza operativa degli interventi della GdF. C’è pure da considerare che la presenza delle Fiamme Gialle a Fondi aveva avuto una ragion d’essere per la presenza in viale Piemonte della struttura ortofrutticola tra le più importanti d’Europa. Oggi – e lo dicono autorevoli fonti – il MOF sta perdendo quella leadership che ne aveva caratterizzato la sua azione trainante nell’ambito dell’economia di tutto il mercato ortofrutticolo nazionale.
Resterebbe, a contrastare questa ipotesi, solo il rimpianto di vedere perdere una realtà che, per Fondi, rappresenta un giusto motivo di orgoglio, soprattutto alla luce di quanti hanno contribuito dapprima a far insediare una brigata di militari e, poi, una compagnia per svolgere compiti che si sono rivelati importantissimi per il controllo e la disciplina dell’ortodosso comportamento dei contribuenti a tutti i livelli. Ma, in tempi di austerity, la soluzione del “taglio” trova una confluenza di consensi che supera di molto quella degli oppositori.
D’altronde, secondo chi conosce gli ambienti delle Fiamme Gialle, l’idea della soppressione della struttura di via Terruto pare non dispiacesse all’alto ufficiale Caprino, oggi generale e numero due del corpo della Guardia di Finanza. Potrebbero essere anche le sue argomentazioni tecniche, propedeutiche al ventilato passo, sicuramente non indolore per la vicinanza anche affettiva venutasi a creare tra la gente della Piana e le Fiamme Gialle, passo comunque ritenuto utile per limitare l’elenco delle cose non proprio indispensabili per una efficace operatività nei controlli fiscali, comunque assicurata da un corpo scelto e difficilmente riscontrabile al di là delle Alpi e del Mediterraneo qual è, appunto, la Guardia di Finanza, anche se stanziata a Formia o a Terracina.