Si fa sentire sempre più forte la protesta dei possessori di unità immobiliari a Campello, la zona montana che si estende nel triangolo dei confini tra Itri, Campodimele ed Esperia, mutuando la sua altezza sul livello del mare tra i 900 e i 1200 metri. Un tempo autentica realtà operativo-abitativa, con la presenza di tanti opifici manufatturieri e artigianali, la montagna di Campello è, per Itri, un pò come il Terminillo è per la Capitale.
Sede di pascoli liberi per mandrie di bovini, equini, caprini e ovini, Campello sta diventando sempre più un forte richiamo turistico per gli Itrani e la gente che trascorre le vacanze sulla riviera di Ulisse. A fronte, però, di tante valenze, si deve registrare – fanno notare in molti – la latitanza degli organi preposti alla gestione della sua immensa area attraversata da una strada che si snoda per undici chilometri. E proprio sulla pericolosa condizione in cui versa la strada che hanno posto l’accento i ricorrenti.
“E’ dal 2001 – dicono alcuni di loro – che non si registra un intervento organicamente globale verso la struttura viaria. Tra poco partirà la nuova stagione estiva e le carenze non sono state eliminate, anzi sonno aumentate rispetto allo scorso anno. Non parliamo, poi, della latitanza completa di chi avrebbe dovuto, in occasione della nevicata 2012, garantire l’accesso alle abitazioni che sono rimaste isolate per ben 15 giorni, anche se un piano di intervento per sgomberare la strada che porta a Traste, una montagna attigua, c’è stato. Ci si chiede – conclude la protesta giuntaci verbalmente – fino a quando durerà questa insostenibile situazione”.