CHIUSURA TRIBUNALE DI GAETA, COINVOLTI I SINDACI DEL GOLFO

È stata inviata in questi giorni una lettera ai Sindaci del comprensorio del Golfo per scongiurare la chiusura del Tribunale di Gaeta.

“Abbiamo un’altra occasione per mettere in campo politiche comuni per i nostri cittadini. La sede distaccata di Gaeta è un luogo di lavoro per tanti professionisti nel campo della giurisprudenza che in caso di soppressione di questa sezione periferica del Tribunale di Latina che vedrebbero aumentare i tempi di raggiungimento del capoluogo pontino. La città di Latina dista circa 70 chilometri da Gaeta e Formia, ma i comuni più vicini al confine campano devono percorrerne oltre 100 per assistere alle udienze oppure difendere i propri clienti – spiega il sindaco Raimondi –. Inoltre, i carichi di lavoro della sezione di Gaeta del Tribunale Ordinario sono molto consistenti, si parla di migliaia di fascicoli tra cause civili e penali, e secondo le stime questi dati sono in crescita. Strettamente collegata a tale questione è quella degli uffici del Giudice di Pace che si trovano nella stessa struttura di Piazzale Luigi Daga a Gaeta che subirebbero lo stesso destino del Tribunale, ovvero anche questi sarebbero spostati a Latina con tutti i disagi che ne conseguono”.


“Sappiamo che questa zona è a forte rischio di infiltrazioni della criminalità organizzata e sono d’accordo con l’Associazione Caponnetto quando dice che il tribunale di Gaeta rappresenta un presidio di legalità per questa zona – prosegue Raimondi -. Ho chiesto ai miei colleghi Sindaco, e ai commissari prefettizi di Minturno e Ponza, di condividere, ed eventualmente integrare, un documento che sarà mandato al Presidente del Consiglio e al Ministro dell’Interno per far capire loro che non si tratta solo di tempi di percorrenza. Possiamo dare un esempio di buona politica la quale quando si tratta di affrontare temi che toccano da vicino i cittadini, mettono da parte le differenze ideologiche e partitiche e si riuniscono per trovare una soluzione che vada nella direzione del bene comune”.