Una rete dedita allo spaccio di stupefacenti e che operava, con la complicità della criminalità calabrese e campana, tra la Campania e le province di Latina e Roma. Questo quanto hanno scoperto i Carabinieri della Compagnia di Gaeta nel corso di un’indagine partita da un ingente sequestro di cocaina purissima effettuato a Fondi il 1°agosto del 2009. E proprio Fondi era il centro della rete composta, secondo l’indagine della Procura di Latina, sostituto procuratore Giuseppe Miliano, da 43 indagati, nove (uno nel frattempo è deceduto) di loro oggi oggetto di ordinanza di custodia cautelare: otto in carcere, uno agli arresti domiciliari. Si tratta di Pierparolo Spagnolo, 34enne di Formia docimiciliato a Fondi, Luca Caporiccio, 37enne originario di Terracina domiciliato a Fondi, già sottoposto agli arresti domiciliari, Biagio Chianese, 40enne campano domiciliato a Terracina, vigile del fuoco in atto detenuto in carcere a Catanzaro, Ida Pirozzi, 38enne di origine campana, moglie convivente del Chianese, in atto detenuta in carcere a Castrovillari (CS), Aniello Prisco, 41enne campano domiciliato a Mugnano di Napoli, Nino Montenero, 56enne di origine campana domiciliato da anni ad Aprilia, pluripregiudicato, Davide Falovo, 40enne operaio terracinese, Domenico Rizza, 56enne calabrese, in atto detenuto in carcere a Catanzaro, Claudio Caporiccio, 23enne operaio fodondano finito ai domiciliari.
Un chilo e centoquindici grammi l’entità del sequestro operato dai militari della Stazione Carabinieri di Fondi il 1 agosto 2009. Due incensurati arrestati in flagranza di reato. Nel novembre del 2009 è già in corso un’indagine finalizzata a individuare e smantellare l’intera filiera di rifornimento dello stupefacente nel fondano, corroborata da tipiche attività di polizia giudiziaria (attivazione di fonti fiduciarie, pedinamenti e appostamenti) e attività tecniche di intercettazione che si rilevano da subito complesse perché la quasi totalità delle utenze telefoniche in uso agli indagati è intestata fittiziamente a cittadini rumeni. E non solo. Gli indagati utilizzano un linguaggio criptico per eludere eventuali intercettazioni.
L’indagine si conclude nell’aprile 2010, e consente di appurare il coinvolgimento di più sodalizi operanti nella provincia di Latina in stretto contatto con criminalità organizzata campana e calabrese. Grazie all’individuazione dei corrieri, uno in particolare, i Carabinieri riescono a identificare i vari personaggi appartenenti a più gruppi criminali, specificandone contestualmente ruoli e competenze, coinvolti in un consistente traffico di sostanza stupefacente del tipo hashish. Successivamente i militari individuano le piazze di partenza della Campania (Giugliano in Campania e Torre Annunziata) e quelle di arrivo del Lazio (Province di Latina e Roma) con cointeressi calabresi.
A riscontro della intensa attività di traffico di stupefacente, anche importanti sequestri effettuati da altri reparti che conducevano, in stretta sinergia con il NOR di Gaeta, parallele indagini su personaggi della criminalità romana e pontina. Quaranta chili di hashish vengono sequestrati nel marzo 2010, in due distinte operazioni condotte dall’Arma di Roma – Porta Cavalleggeri. Luca Caporiccio viene trovato in possesso di 600 grammi circa di cocaina nonché di una pistola revolver 357 magnum con matricola abrasa. Gli investigatori appureranno essere stata ricevuta in dono per la fattiva collaborazione nella compravendita di stupefacente da un boss emergente del clan “Arena” di Isola Capo Rizzuto, per il tramite della coppia di coniugi campana.
Le misure sono state emesse dal personale della Compagnia Carabinieri di Gaeta con il supporto di militari del Comando Provinciale Carabinieri di Latina, delle Compagnie Carabinieri competenti per territorio (Catanzaro, Castrovillari, Giugliano in Campania ed Anzio) e di unità cinofile delle Legioni Carabinieri Lazio e Campania.